L’Aquila. Se ammontano a milioni di euro i danni provocati all’agricoltura dall’ultima violenta ondata di maltempo che ha colpito il centro nord, non se la passa meglio l’Abruzzo con particolare riferimento al Fucino con campi devastati dalle piogge della scorsa settimana. Nei terreni inondati, con il ritorno del sole l’acqua si sta progressivamente ritirando lasciando uno spettacolo disastroso. Almeno il 20% della produzione di patate, carote e finocchi è stata compromessa e gli agricoltori, che iniziano a contare i danni e gli effetti del nubifragio che domenica scorsa ha colpito le zone interne, chiedono di avviare le procedure per la verifica e la richiesta dello stato di calamità.
“Nel Fucino il violento nubifragio, con oltre 100 millimetri di pioggia caduta, ha compromesso parte del raccolto”, dice Angelo Giommo, presidente di Coldiretti L’Aquila, “sono a repentaglio le produzioni principali di cui i nostri imprenditori vivono: patate, finocchi e carote e tutte le eccellenze dell’orto d’Italia attualmente in campo. È stato colpito al cuore un territorio a forte vocazione agricola in momento particolarmente delicato, provocando danni enormi su centinaia di ettari, allagando intere coltivazioni, mettendo a rischio il raccolto di un intero anno”.
Coldiretti sottolinea che l’ultima ondata di maltempo fa salire il conto dei danni provocati nelle campagne da una pazza estate in cui l’Italia è stata colpita da ben 462 tempeste di ghiaccio, acqua e vento, il 75% in più rispetto all’anno scorso, secondo una analisi su dati ESWD la banca dati europea sugli eventi estremi. Una anomalia climatica evidente nel corso di tutto il 2019 che è stato segnato da primi mesi dell’anno particolarmente siccitosi ai quali ha fatto seguito un maggio freddo e bagnato, un mese di giugno al secondo posto tra i più caldi ed un mese di luglio segnato da tempeste e grandine nella prima metà alle quali sono seguiti giorni di gran caldo.
“Si sta verificando una tendenza alla tropicalizzazione che”, sottolinea Coldiretti, “si evidenzia con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo che compromettono le coltivazioni nei campi con danni per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne”.