Avezzano. I capi macellati clandestinamente venivano fatti passare per smarriti nei pascoli o sbranati dai lupi per ottenere il risarcimento. In realtà dopo la macellazione venivano venduti di contrabbando e abusivamente. L’operazione del Corpo Forestale dello Stato, in collaborazione con le guardie del Parco, ha portato a una serie di perquisizioni domiciliari su tutto il territorio della Marsica orientale e nelle aree del Pnalm. La Procura della Repubblica di Avezzano, e in particolare il sostituto Guido Cocco, ha indagato dieci persone accusate di diffusione di malattie, adulterazione di sostanze alimentari, macellazione clandestina e falso e occultamento di atti. Le perquisizioni hanno interessato diversi comuni del Parco nazionale, in particolare Pescina, Gioia dei Marsi, Bisegna, Ortona dei Marsi. A Pescina sono stati sequestrati circa cento chili di carne che veniva venduta per Igp senza avere però il marchio ufficiale. Con un gioco di “dislessia” erano state invertite le lettere in Ipg. A Trasacco è stata controllata un’azienda di proprietà di una persona già implicata in questioni legate al mondo del bracconaggio. A Isola Liri la Forestale ha trovato in un’abitazione privata diverse armi da fuoco e altri oggetti riconducibili ad attività di bracconaggio. I fucili erano regolarmente denunciati. I sopralluoghi hanno portato ad acquisizioni di documenti e di materiale. Anche a Gualdo Cattaneo, in provincia di Perugia, sono stati acquisiti dei documenti con la collaborazione del Corpo forestale di Perugia. In alcune stalle la forestale ha sequestrato dei medicinali utilizzati solitamente per il bestiame.