Capistrello. Un paese muto, un silenzio irreale, rotto soltanto dagli applausi ha accolto la salma di Giancarlo Persia, l’operaio di Capistrello che si è tolto la vita impiccandosi per essere rimasto senza lavoro, lasciando sole la moglie e due figlie. La banda ha accompagnato il feretro fino alla chiesa di Sant’Antonio. Un duro monito ai governatori e arrivato anche dal parroco don Antonio Sterpetti. “Caro Giancarlo”, ha affermato il sacerdote nell’omelia, “una forte stretta al cuore ho provato nel conoscere quello che era accaduto. Ti volevo bene, ci volevamo bene. Pensando a te, conserverò sempre le varie foto che mi hai scattato, soprattutto durante la processione. Le tengo sulla scrivania. Sei stato mio chierichetto, ti ho stimato e apprezzato per la bella famiglia che hai costruito con tua moglie e le tue figlie. Qualche domenica fa eravate riuniti qui in chiesa. Nessuno avrebbe potuto pensare che sareste tornato qui così presto per questa cerimonia. Sei stato un grande lavoratore”, ha aggiunto, “procurando tutto il necessario alla tua famiglia. È difficile spiegare cosa è accaduto. Forse essere rimasto a lungo senza lavoro ha creato in te tensione e ansia. Tutto è diventato per te buio e senza una via di uscita. Qui si può trovare la spiegazione dell’accaduto. Capistrello”, ha commentato il parroco, “risente più di altro di questa crisi, non ci sono fabbriche, né terra da lavorare o uffici pubblici. Ma cosa fanno in Italia governanti? Perché sprecano tempo prezioso per litigare, si dividono, si riuniscono in gruppi, sottogruppi, piuttosto di evitare tasse alle famiglie senza lavoro, di tassare i ricchi, le pensioni d’oro ed impedire la corruzione? Siamo certi che Dio”, ha concluso, “prendendo in considerazione dei tuoi 47 anni di vita esemplare, ti sarà vicino come sarà vicino ai tuoi familiari. Continueremo a ricordarti e a volerti bene. Noi preghiamo per te, tu nel cielo prega per noi”. Raffaele Castiglione Morelli