Avezzano. L’ultimo saluto a don Mario Pistilli, il parroco di tutti, il parroco del quartiere che sentiva come famiglia. Ai funerali, nella sua chiesa, nell’amata parrocchia di San Pio X, c’erano migliaia di persone, tutti amici, tutti parrocchiani oppure tutti fedeli. Alle 14 è stata invece celebrata una liturgia della Parola nella sua parrocchia di origine a Pescasseroli dove è stata tumulata la salma. Avrebbe compiuto 72 anni il prossimo 7 agosto. Don Mario se n’è andato così come ha vissuto: nel silenzio, nella preghiera, nell’affidamento a Dio. Era nato a Pescasseroli da una famiglia umile e religiosa. Fu ordinato sacerdote il 29 giugno 1968. Attualmente era membro del Consiglio dei Consultori; Responsabile dei Diaconi Permanenti; Delegato Diocesano per la formazione e l’impegno Socio – Politico; Assistente Gruppi di Preghiera di Padre Pio ed era stato viceparroco della cattedrale per più di dieci anni. La sua scomparsa ha lasciato sgomenti i parrocchiani di Borgo Angizia che lo stimavano e amavano da sempre. Senza parole è il clero diocesano con il Vescovo dei Marsi Monsignor Pietro Santoro che, molto provato, ha celebrato la liturgia funebre. Viene ricordato come un sacerdote “amico e fratello”.
Non è facile descrivere don Mario. Il modo migliore forse è quello di utilizzare le sue stesse parole tratte da una intervista rilasciata nel 2007 a Pietro Guida in cui traspare tutto il suo amore per il quartiere, per la sua gente e per la parrocchia.
«Questo è un quartiere di gente generosa», sottolinea don Mario, parroco da 11 anni, «di persone buone e affettuose, è una bella realtà religiosa ma anche sociale, dove la parola solidarietà è all’ordine del giorno». Per il sacerdote «la parrocchia ha il compito di portare il Vangelo di salvezza agli uomini, per questo deve essere presente sul territorio in maniera concreta, tra la gente, e la sua azione è efficace quando si fa attenta ai bisogni quotidiani della gente, alla sua cultura e alla sua storia». Parrocchia per don Mario significa, traducendolo dal greco, “casa accanto”. «E allora», spiega il sacerdote, «accanto alle nostre case fatte di pietre e cemento c’è una chiesa, che non è solo un luogo fisico, ma dice molto di più. Infatti in mezzo agli uomini che vivono in un quartiere con tutte le vicende, le problematiche e le gioie di ogni giorno c’è una comunità di cristiani guidata da un sacerdote parroco, una chiesa in carne ed ossa». E la chiesa è molto vivace a Borgo Angizia. Ma i problemi? Secondo il parroco, a Borgo Angizia non ci sono veri fenomeni di delinquenza. «Qui i ragazzi si danno da fare», sottolinea, «questo è un quartiere di persone con spirito di umiltà», afferma il parroco, «qui i ragazzi si danno da fare. La droga è sì un problema, ma non riguarda la massa». La parola d’ordine, comunque, rimane “aggregazione”. La parrocchia spera di arrivare alla comunione di tutte le realtà del quartiere. «Vogliamo», conclude il parroco, «che si sia sinergia. Dopo quaranta anni dalla fondazione della parrocchia sento la gioia viva di continuare l’ottimo lavoro avviato dal mio carissimo predecessore, don Domenico Nucci, e da tutta la comunità parrocchiale che lo ha affiancato in questi anni lunghi e talvolta difficili».
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