Quest’anno la festa con tutti i suoi riti è stata rinviata al 2021, l’emergenza sanitaria non ha permesso ai Luchesi che portano avanti una tradizione plurisecolare di riunirsi e di portare a termine tutti i passaggi di un rito ancora molto sentito in paese e in cui l’intera aggregazione dei cattolici si riconosce fortemente.
I Luchesi attenderanno il prossimo anno per tornare ai festeggiamenti per la Pentecoste, la festa dello Spirito Santo, in attesa e nella speranza che l’emergenza cessi, così da poter rientrare negli usi e nei costumi che legano ancora un’intera comunità.
Dieci giorni prima della festa di Pentecoste, ogni anno, a Luco inizia la preparazione di ciammelle, ciammellette o tisichelle e biscotti. Sono i dolci che verranno poi offerti a tutti coloro che si recheranno a casa del “Signore”per portare “je presente” (offerta per la festa). Vengono portati anche agli ammalati e ai detenuti del carcere di Avezzano.
I dolci vengono prodotti in grande quantità e per questo, soprattutto per la cottura, vengono coinvolti tutti i forni del paese.
Al forno Dolce & Pane Candida di Luco, di ciambelle e tisichelle si occupa Cristina, originaria di Trasacco ma che ormai, dopo tanti anni, ha sposato a 360 gradi la vita della comunità di Luco.
«La festa dello Spiritisante è una tradizione plurisecolare che tra alterne vicende è giunta fino ai nostri giorni», si legge nel Calendario etnoantropologico della Soprintendenza per i Beni Artistici, Storici ed Etnoantropologici dell’Abruzzo, «le origini si perdono nella notte dei tempi e nasce dalla devozione di una donna che nel 1479 per celebrare una festa in onore dello Spirito Santo si impegnò a riscuotere offerte dai paesani; morendo la donna donò una casetta ubicata nella piazza del paese affinché servisse come deposito per il ricavato della questua e per ospitare i preti forestieri che giungevano in paese per celebrare le messe.
Come consuetudine, la sera dell’Epifania i sette Signori o Compari dello Spirito Santo in carica scelgono il Signore nuovo che si farà carico della festa per l’anno corrente. Da quel momento iniziano i preparativi, il Signore commissiona la cunetta (piccolo tabernacolo di legno) dove sarà collocato il Crocifisso, in casa si prepara lo strutto di maiale che sarà utilizzato per la preparazione dei dolci tradizionali; la moglie provvede alle tovaglie, sottotovaglie e il fazzolettino. Un mese prima di Pentecoste a tutte le famiglie del paese vengono spediti gli inviti; dieci giorni prima della festa inizia la preparazione delle ciammelle, ciammellette o tisichelle e biscotti. In passato le offerte non erano in danaro ma si portavano i cosiddetti canistri, i parenti e gli amici portavano in corteo alla casa del signore canestri contenenti generi alimentari (farina, pane, uova, vino, carne, zucchero, caffè) che sarebbero serviti per l’allestimento della panarda».
Se sei curioso di conoscere tutti i dettagli della festa clicca qui:
Festa dello “Spirito Santo” con panarda e bacio del Crocifisso
Quali sono gli ingredienti di Ciammelle, Tisichelle e Biscotti
La Tisichella è uno dei prodotti tipici della tradizione culinaria di Luco dei Marsi e della Marsica. Gli ingredienti sono semplici: farina, uova, zucchero, olio, acqua, liquore all’anice, sale e lievito. Ingredienti semplici anche per i “biscottoni” che contengono farina, latte, uova e zucchero. Ne esiste anche un’altra versione, quella con lo zucchero sopra. Nelle ciambelle anche strutto e sale e semi di anice. Le ciambelle dolce a volte, invece, a seconda dei gusti, vengono anche glassate all’esterno. Il “segreto” della glassa è quello di essere “profumata” dal limone.
Ogni anno è un onore ricevere le donne del paese che ancora vengono ad ammassare i dolci nel nostro forno,
racconta Cristina di Dolce & Pane Candida,
insieme agli altri forni del paese ci occupiamo poi di cuocerli.
Una tradizione che ormai vivo da tanti anni.
Si tratta di una produzione da 3/4mila uova nell’impasto di ogni giorno per una decina di giorni consecutivi.
Quest’anno purtroppo la tradizione ha subito una ‘sospensione’ ma qui in paese nessuno si abbatte, perché sappiamo che la tradizione comunque andrà avanti.
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