L’Aquila. “Ricordiamo che il 30 giugno termina la sospensione dell’aggiornamento tariffario indicato nel decreto interministeriale del 31 dicembre 2018 e tutti gli amministratori, Provincia dell’Aquila in primis, sono determinati a continuare la battaglia per trovare una soluzione definitiva legata a tutti i problemi della A24 e A25”. Così il consigliere provinciale dell’Aquila, Alfonsino Scamolla, torna sul caro pedaggi sulle autostrade A24 e A25 nel momento in cui è stata scongiurata la chiusura del traforo del Gran Sasso, sulla A24, annunciata e poi revocata dalla concessionaria Strada dei Parchi Spa.
L’aumento di circa il 19% è stato congelato fino alla fine di giugno: sulla tematica da mesi sindaci laziali e abruzzesi sono in mobilitazione anche con polemiche contro il ministro per le Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli. Il consigliere comunica nei giorni scorsi è stata inviata una missiva al ministro Toninelli “per sollecitare l’accoglimento delle istanze già numerose volte reiterate e richiesto un incontro per avere aggiornamenti in merito allo stato di perfezionamento della procedura di revisione del piano economico finanziario.
“Chi sceglie seriamente l’impegno politico”, spiega il consigliere Scamolla, “spesso esercita il proprio mandato perché crede che la rappresentanza rifletta i bisogni dei cittadini e la esercita con ogni mezzo, anche senza alcun compenso, come nel caso dei consiglieri e il presidente della provincia, rinunciando, non senza sacrifici, ad affetti e tempo prezioso altrimenti dedicato a lavoro e famiglia”.
“Se questa vicenda”, continua Scamolla, “ha acceso i riflettori della stampa nazionale sulle problematiche che investono le autostrade dei parchi, ancora più importante e focalizzato deve risultare il dibattito sull’aumento dei pedaggi autostradali, voluti da Autostrada dei Parchi Spa gestore delle tratte A24 e A25, e la questione sicurezza che interessa l’intero asse viario. La Provincia dell’Aquila è sempre stata presente, dall’inizio della vicenda, in ogni trattativa, manifestazione o protesta a fianco dei Sindaci di Abruzzo e Lazio, per evitare che profittevoli scelte aziendali possano ulteriormente indebolire e determinare condizioni di maggiore isolamento dei nostri territori, un danno gravissimo ai comparti del sistema economico, sociale e culturale della regione”.