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L’orso marsicano e i colpi del “fuoco amico”

Francesco Proia di Francesco Proia
25 Agosto 2018
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Foto: Sito ufficiale PNALM

Mettiamo subito in chiaro una cosa: nel nostro parco nazionale non si registra l’aggressione di un orso da quando si ha memoria d’uomo. Eppure tutti, quando sentono parlare dell’orso, ne parlano come se il nostro plantigrado fosse la più grande minaccia esistente sulla terra. Questo è un comportamento che non solo danneggia l’animale, ma anche l’intera regione, ed il perché è presto detto.

L’ursus arctos marsicanus, ovvero l’orso bruno marsicano, abitava le nostre montagne ben prima dell’arrivo dell’uomo ed è riuscito miracolosamente a salvarsi dall’estinzione, cosa che invece si è verificata altrove. Il nostro orso, infatti, attualmente è l’unico esemplare autoctono presente in Italia. Il PNALM (parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise n.d.a.), è uno dei parchi naturali più vasti d’Europa e conserva decine di specie animali e vegetali uniche al mondo. Basti pensare che da pochi mesi la faggeta della Val Cervara a Villavallelonga, la più vetusta d’Europa, è stata inserita tra i siti del patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco. 

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Ma noi, nonostante tutto, non riusciamo a valorizzare questo sconfinato patrimonio naturale. Anzi, come se non bastasse, facciamo di tutto per farlo apparire il contrario di quello che invece è. Quello che in ogni altra parte del mondo tutti cavalcherebbero come un’opportunità, paradossalmente qui in Abruzzo lo stiamo subendo come se fosse un problema. Possibile che si debba demonizzare un animale a tutti i costi, anziché essere orgogliosi di vivere in una zona in cui questi sono liberi di vagare in natura? Questo, se non si fosse capito, è un segnale evidente che la natura delle nostre montagne è ancora incontaminata. Noi però, anziché vantarcene, ogni volta gridiamo allo scandalo se il nostro Mario (o chi per lui) spenna qualche gallina. L’orso marsicano potrebbe essere un volano (l’ennesimo) per il turismo marsicano e abruzzese che, tra studi scientifici e semplici appassionati della natura, da solo varrebbe decine di milioni di euro ogni anno. Masha e orso, il celebre cartone per bambini, smuove fatturati record per oltre 300 milioni di euro ogni anno, senza contare che arriva nelle case dei bambini di 120 paesi nel mondo. E noi, con un patrimonio del genere, stiamo a guardare? Lo trovo inammissibile. Dovremmo imparare a valorizzare le nostre meraviglie, piuttosto che a temerle. Ma qui la colpa, mi sento di dirlo, è anche del parco, che non riesce a veicolare in modo moderno, le preziose meraviglie che custodisce. Esiste più merchandising sugli spiedini, altro enorme vanto abruzzese, che non sull’orso marsicano. Io sono cresciuto con il poster del grande faggio appeso in cameretta ma in quest’epoca, in cui la comunicazione è quasi totalmente delegata ai social, rende di più (ed è anche più ecologico) scegliere un buon hashtag, che non stampare quintali e quintali di carta. Non ci si può lamentare che Mario finisca sui giornali ogni volta che fa irruzione in un pollaio; è normale che succeda se non si racconta ai cittadini cosa fa un orso durante il resto dell’anno. L’interesse verso la natura c’è e fortunatamente è in crescita. Il video dei 365 giorni nel bosco (link qui) ha totalizzato centinaia di migliaia di visite in pochissimi giorni. Questo è l’ennesimo segno, chiaro e tangibile, che l’interesse del grande pubblico c’è.

E noi stiamo qui a preoccuparci di qualche gallina? La nostra regione, tra le altre cose, è all’avanguardia anche sulle leggi che tutelano il patrimonio. La legge n° 15 del 2016, fortemente voluta dall’assessore Lorenzo Berardinetti, prevede il rimborso totale dei danni effettuati dagli animali selvatici, anche al di fuori dei confini del parco e anche ai non agricoltori/allevatori di professione. Come se non bastasse la regione ha stanziato dei fondi, a disposizione di chiunque volesse rinforzare le proprie recinzioni in tal senso.

Si può sapere, quindi, cosa aspettiamo a cavalcare quest’opportunità? La natura della nostra regione può aprirci tante porte e sbocchi lavorativi, ma serve l’aiuto di tutti per far crescere il nostro territorio. Come? Evitiamo anzitutto di dare l’impressione che in Abruzzo si rischi la vita quando si passeggia nei boschi e poi cerchiamo di informarci un po’ di più sulla vita dei nostri amici animali. Tenetevi alla larga sia dagli “animalisti a tutti i costi” che dai bracconieri: vi farete una giusta opinione solo quando inizierete a vivere personalmente la montagna. Cerchiamo inoltre di rendere attrattivo il nostro territorio: organizziamo gare sportive, contest fotografici e qualsiasi altra attività che possa attirare sulle nostre montagne curiosi da ogni parte d’Italia. Al comune di Aielli è bastato trascrivere un romanzo su una parete, per finire su tutte le prime pagine dei notiziari italiani. Le buone idee spesso sono gratis, ma generano un indotto a lungo termine di cui potrebbero beneficiarne i nostri figli, o persino noi se ci impegniamo tutti e seriamente, sin da subito. Francesco Proia

 

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