Avezzano. Dovrà restare in carcere fino al processo. Il presunto omicida della giovane badante romena, Catalin Bucatarula Iuliana, uccisa a forza di essere scaraventata contro la parete per poi precipitare dalle scale, non sarà scarcerato. E’ quanto stabilito dal tribunale del Riesame dell’Aquila a cui si era rivolta la difesa impugnando l’ordinanza che ha applicato la detenzione in carcere al muratore connazionale. Il legale di fiducia dell’uomo, Paolo Frani, aveva presentato una richiesta di revoca dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti del cinquantaduenne è per omicidio volontario. Secondo l’accusa, la ragazza sarebbe stata picchiata con violenza al culmine di una lite e di una scenata di gelosia perché lei riceveva delle telefonate da un altro uomo con il quale si sentiva.
Dalle indagini della procura, coordinate dal sostituto procuratore Maurizio Maria Cerrato, le lesioni che hanno portato alla morte della vittima, cioè una emorragia cerebrale conseguente a frattura cranica, sono riconducibili a un’a violenta aggressione. Ciò emerge dai sopralluoghi, eseguiti anche dal Ris di Roma, che hanno mostrato tracce ematiche in diversi punti e dalla posizione statica del corpo della donna quando fu soccorsa. La donna era stata trovata esanime il 5 novembre scorso in un’abitazione di Colli di Monte Bove, frazione di Carsoli dove prestava servizio a un anziano come badante. In un primo momento si era pensato a un incidente domestico, a una caduto per le scale, ma le indagini dei carabinieri della compagnia di Tagliacozzo, coordinati dal capitano Silvia Gobbini, e della locale stazione hanno portato all’ipotesi di omicidio. L’uomo si è sempre dichiarato innocente e sostiene di non essere entrato mai in quell’abitazione, accompagnando soltanto la ragazza alla porta.