Avezzano. Trentaduesimo appuntamento con Psicotime, la rubrica in collaborazione con la psicologa Giulia D’Ascanio.
Già siamo a conoscenza dei profondi disagi economici a cui questa pandemia ci ha portato, considerando anche il senso di rabbia provato da quelle persone che si vedono costrette a rinunciare all’apertura delle proprie attività, alimentando insicurezza e timori per il futuro; la frustrazione che proviamo a vederci limitati nella libertà, lo stress che ci provoca la costante paura del contagio, la difficoltosa rimodulazione delle nostre abitudini, sono solo alcune delle conseguenze psicologiche a cui dobbiamo far fronte in questo periodo.
Ma su un aspetto in particolare vorrei porre maggior attenzione: il senso di solitudine.
Mai, come questo periodo, ci siamo resi conto di quanto sia importante nella vita di ognuno, poter far affidamento sull’ affetto e la vicinanza delle persone care: faccio riferimento ad anziani, giovani adolescenti nel pieno del loro sviluppo sociale, ma anche e soprattutto a quelle persone che non si trovano in una relazione di coppia.
C’è da considerare che la maggior parte dei single, già di base, sperimentano un forte senso di solitudine; il punto è che in assenza di restrizioni, questo vuoto emotivo viene solitamente colmato e bilanciato dalle relazioni con gli amici, soddisfazioni personali e lavorative, hobby, cura di sé e della propria persona. Non è quindi difficile intuire che, l’isolamento del lockdown abbia privato i soggetti non accompagnati, di questa opportunità.
Non si vuole dire che la felicità e la pienezza di sé si raggiunga solo attraverso un partner; si vuole semplicemente considerare la maggiore difficoltà che essi incontrano nel poter affrontare con resilienza questo periodo.
Mettiamoci nei panni cioè, di chi già di base sperimenta un forte desiderio di vivere una relazione di coppia sana e il conseguente senso di tristezza che prova nel percepirsi solo. Aggiungiamoci che non ha più la possibilità di frequentare palestre, uscire, cenare con gli amici e andare a lavorare. Le conseguenze su cui può versare questo stato di cose sono molte:
- Tristezza: se questa emozione prima era attutita dai numerosi impegni che la vita di oggi ci portava ad avere, a causa delle restrizioni è sicuramente più presente e viva.
- Negatività e minor motivazione quotidiana: il protrarsi di un forte senso di tristezza, può comportare ad affrontare le sfide giornaliere con scarsa motivazione; se prima si poteva riuscire ad essere resilienti di fronte le difficoltà e a cercare sempre uno spiraglio di luce dedicandosi ad altre attività ed obiettivi personali, la spinta a farlo in una situazione del genere viene a mancare o comunque, è più difficile da trovare.
- Ansia e depressione: conseguentemente ai due punti precedenti, il non sentirsi gratificati da nulla e il non trovare la forza per canalizzare positivamente le emozioni positive, può portare a uno stato di inettitudine e di inattività (“non faccio più quella cosa perché non ho la forza”, “lascio perdere quell’obiettivo prefissato perché tanto non serve” “sono troppo triste per affrontare al meglio quella situazione”). Questo a sua volta può farci sentire inconcludenti, abbassare l’autostima, non darci la sensazione di riuscire a portare a termine i nostri obiettivi, generando ansia e depressione.
- Alimentazione del senso di solitudine: se le persone in coppia possono contare sul sostegno di un partner, i single non hanno questo privilegio; il non poter contare nemmeno sulla presenza di amici, di svaghi e contatti sociali, alimenta ancora di più il senso di solitudine rinforzando un circolo vizioso.
- Malinconia e difficoltà a concentrarsi sul qui e ora: chi ha da poco messo fine a una relazione, in questo periodo di isolamento ha sicuramente trovato più difficoltà ad “andare avanti”. Si sa che dopo la conclusione di un rapporto, ricominciare a risanare la propria vita richiede molta energia: bisogna prendersi cura si sé, fare i conti con la mancanza, la tristezza e la malinconia; purtroppo le limitazioni alla libertà di spostamento e di incontro con figure di supporto, può alimentare i pensieri ancorati al passato e rallentare quel processo di distacco e recupero di sé, che serve per concentrarsi sul presente e futuro.
- Piattaforme digitali e siti di incontri: se da un lato affidarsi alle piattaforme digitali può essere una buona soluzione, altre volte, se utilizzate con scarsa consapevolezza ed urgenza emotiva, può essere dannoso: c’è il rischio di lasciarsi trasportare da situazioni poco chiare, ambigue, superficiali, pur di sentirsi in compagnia, per poi scoprire che in realtà non ci si sta basando sulla realtà e su conoscenze sane e adeguate, ma su conoscenze urgenti, che servono solo a placare un vuoto. Il risultato è quello di sentirsi ancora più soli o ritrovarsi in dinamiche inconsistenti e scarsamente rispettose per la propria persona.
Con la speranza che questo periodo possa passare presto, il suggerimento che sento di dare a queste persone è quello di non smettere di credere che accadrà qualcosa di bello, di non accontentarsi mai e di concentrarsi e magari approfondire il rapporto con persone già presenti sulla propria vita. Non si è mai soli!
Giulia D’Ascanio, psicologa clinica.