Aielli. Era fuggito a un posto di blocco mentre era sotto effetto di alcol e droga. Era accaduto pochi giorni prima dell’incidente mortale. Poi era stato inseguito dalla polizia ad Avezzano e bloccato. A suo carico un decreto di espulsione esecutivo e una denuncia per guida in stato di ebbrezza. Solo pochi giorni dopo la tragedia.
Si poteva evitare la morte di Sara Sforza, 23enne di Aielli deceduta mentre era alla guida della sua Renault Twingo? Giovedì pomeriggio, intorno alle 17, stava percorrendo la via Tiburtina quando un’auto che viaggiava in senso contrario ha azzardato un sorpasso, in un tratto dove la manovra è vietata, e l’ha centrata in pieno.
Alla guida dell’Alfa Romeo 159 che ha invaso la carreggiata opposta, un ragazzo marocchino di 25 anni, Jarrar Ayoub, risultato positivo ad alcol e droga. Con lui viaggiava una ragazza di Avezzano, rimasta illesa. L’incidente, che ha coinvolto anche una terza auto, è avvenuto all’altezza del chilometro 126 della Tiburtina, nel tratto tra Aielli e Celano. Tra i primi a soccorrere la giovane, per un tragico scherzo del destino, sono stati lo zio vigile del fuoco, in turno quando è arrivata la telefonata del soccorso, e la moglie di quest’ultimo che si è trovata davanti la scena straziante appena finito il turno in ospedale e che ha cercato di rianimare la nipote in tutti i modi: ma per lei non c’era più niente da fare. E anche i sanitari del 118 non hanno potuto che constatarne il decesso.
Ora sulla figura di Jarrar Ayoub emergono nuovi particolari. Secondo fonti investigative, doveva essere espulso perché il decreto era esecutivo. In Nord Italia era stato accusato di spaccio. Inoltre era un recidivo. Già trovato alla guida sotto effetto di sostanze vietate pochi giorni prima. Era fuggito ma i poliziotti di Avezzano lo avevano rintracciato. Dopo la denuncia era tornato alla guida. Poi l’incidente mortale e una nuova denuncia. E’ indagato a piede libero. Anche il mondo politico è intervenuto sulla vicenda che potrebbe avere dei risvolti legislativi.