Capistrello. E’ polemica a Capistrello sul ritiro da parte del ministero di alcuni fondi concessi ma non spesi. L’amministrazione Ciciotti ha accusato i suoi predecessori di incapacità, ma l’opposizione non c’è stata e ha chiarito la posizione dell’amministrazione Lusi sulla vicenda. “Con un comunicato stampa fazioso e inattendibile Ciciotti continua con i soliti attacchi alle precedenti Amministrazioni comunali, dimenticando che è lui a governare da ben tre anni, per la sfortuna del nostro Comune. Il solito modo ciciottiano, che contraddistingue lui e i suoi fidi consiglieri, di buttare fumo negli occhi dei cittadini per cercare di nascondere quello che non si può più nascondere: una gestione del Comune fallimentare su tutto, da Piazza Risorgimento alle scuole, dalla gestione del personale – con i concorsi annullati – ai cimiteri senza più custodi da quasi un anno – così inizia la dura nota stampa dei Consiglieri comunali di opposizione Francesco Piacente e Alessandro Lusi in risposta alle dichiarazioni del Sindaco Ciciotti sulla revoca di 635.000 euro di finanziamenti pubblici – sentiamo il dovere, come Consiglieri comunali appartenenti alla precedente Amministrazione, di dare una spiegazione sulla revoca da parte del Ministero delle finanze di contributi per circa 635.000 euro.
Questa è la verità dei fatti: i finanziamenti in questione furono stanziati con la legge n. 311/2004, ben 14 anni fa e 6 anni prima che la precedente Amministrazione fosse eletta. Dall’anno 2005 si sono avvicendate due Amministrazioni comunali (Amministrazione De Meis e Amministrazione Scatena) oltre alla gestione del Commissario prefettizio dall’anno 2008 al 2010. Gestioni amministrative che il Vice Sindaco Geltrude Scatena conosce bene, in quanto componente del Collegio del Revisore dei Conti dal 2003, del quale ricoprì anche il ruolo di Presidente dall’anno 2006 al 2009, in un momento molto complesso per il Comune di Capistrello, visto che nell’anno 2004 non fu rispettato il patto di stabilità e nel 2009 fu dichiarato il dissesto economico finanziario a causa di una gestione che aveva accumulato circa 6 milioni di euro di debiti, senza che nessuno se ne accorgesse. In questi anni, i finanziamenti oggi richiesti dal Ministero, rimasero di fatto inutilizzati fino ad arrivare al 2010, quando la nuova Amministrazione comunale fu eletta con un dissesto finanziario in corso. Da subito ci occupammo di investire quei fondi, per anni giacenti, e impiegarli in progetti di interesse pubblico nel più breve tempo possibile. Nonostante le difficoltà di un Comune aggravato dal dissesto, furono subito adottate le delibere di Giunta comunale nn. 24 e 38 del 25 maggio 2010, ad appena un mese e mezzo dall’insediamento, per dare indirizzo agli uffici e avviare le procedure di progettazione e appalto. Nei mesi successivi furono affidati gli incarichi di progettazione al fine di realizzare opere per 490.000 euro per la costruzione della biblioteca e sala convegni, per 120.000 euro per la viabilità e i marciapiedi, per 25.000 euro per la realizzazione di un “parco avventura” ai Piani della Renga. Sulle procedure avviate con le citate deliberazioni, tuttavia, si abbatteva il decreto legge 2 marzo 2012, n. 16 che disponeva la modifica delle modalità di rendicontazione dei contributi concessi agli Enti locali, avviando la procedura che, infine, ha portato a revoca dei finanziamenti. Tuttavia, nonostante tale modifica normativa, l’Amministrazione comunale avrebbe ancora potuto salvare i contributi statali ma un’ ulteriore grana si abbatteva sul destino dei finanziamenti: gli allora Consiglieri di opposizione Francesco Ciciotti e Angelo Stati inviavano alla Guardia di Finanza, alla Prefettura e alla Corte dei conti un dettagliatissimo esposto/denuncia in cui accusavano l’Amministrazione di violazione delle norme, tra gli altri, anche sui contributi oggi oggetto di revoca. Tale denuncia registrata al protocollo al n. 670-SCABR-T73N6-P del 16 aprile 2012 contribuiva in modo irreversibile a pregiudicare la salvezza dei fondi: basti pensare che davanti alla Corte dei Conti veniva celebrato un processo per danno erariale a carico dell’ex Giunta comunale, assolta in blocco con sentenza n. 124 del 2014, proprio per il tentativo di utilizzare e dunque non perdere i fondi oggi revocati. Di fatto, dunque, coloro che oggi, con grande faccia tosta, accusano l’ex Amministrazione di aver perso i soldi, hanno contribuito ampiamente e subdolamente perché tali fondi venissero perduti con denunce pretestuose: per far del male agli ex amministratori si è finito solo a far del male al paese e alle casse comunali. Non si può dimenticare, inoltre, che in occasione del Consiglio comunale del 23 aprile 2014 gli allora Consiglieri comunali di opposizione Ciciotti e Stati abbandonarono l’aula invece di votare una mozione con la quale l’Amministrazione comunale faceva appello al Ministero per salvare i fondi, nonostante il dissesto in corso e dopo che per ben 6 anni erano rimasti giacenti nelle case comunali. Un atteggiamento irresponsabile di chi sembrava avere soddisfazione di fronte alla revoca per il solo obiettivo di fare polemica politica contro l’Amministrazione comunale di allora. Ben diverso invece fu l’atteggiamento dei Consiglieri Moreno Di Cintio e Pizzi Aldo che votarono la mozione con l’allora maggioranza nel tentativo di salvare le risorse economiche, mettendo ulteriormente in evidenza, se ce ne fosse stato bisogno, il becero e irresponsabile modo di fare opposizione dell’odierno Sindaco di cui conserva, ancora oggi, tutte le peggiori prerogative. Questa è la verità vera e documentale di una vicenda spiacevole per il nostro ente, lunga 14 anni, e per la quale non è ancora chiaro se l’Amministrazione Ciciotti cercherà con un ricorso in appello di fare ancora tutto il possibile per salvare il salvabile. Sono inaccettabili le false accuse di Ciciotti e restiamo basiti di fronte al silenzio di taluni assessori che dopo aver riempito le strade, i bar e anche qualche abitazione privata, nottetempo, di chiacchiere su dimissioni mai davvero consegnate, oggi si dimostrano compromessi a doppio filo al proprio Sindaco, legati da un patto scellerato di cui nessuno conosce i veri motivi se non loro stessi. Ciciotti porta con sé la colpa di aver praticato, a differenza nostra, la via giudiziaria contro l’Amministrazione di allora, rischiando, dai banchi dell’opposizione, di mettere nei guai persone oneste che hanno prestato con onore e decoro la propria attività all’Istituzione locale. Speriamo vivamente, che al termine del proprio mandato, o anche prima, Ciciotti e i suoi possano dire la stessa cosa di sé stessi e del proprio operato.