All’interno del Centro Commerciale “I Marsi” di Avezzano sono state esposte delle colonnine informative, utili a spiegare ai visitatori le bellissime gigantografie (le foto sono riportate qui sotto) presenti all’interno della galleria. L’autore del testo presente in queste colonnine è il sottoscritto. Non è stata raccontata solo la storia di ciò che si vede in foto, ma si è voluto creare dei nessi tra le diverse vicende. Nella prima, ad esempio, è stata spiegata brevemente la storia di Alba Fucens e dell’anfiteatro voluto da Quinto Nevio Sutorio Macrone, che nella bellissima foto scattata da Marco Di Gennaro, è ai piedi del monte Velino. Alla fine ho voluto riportare una frase famosa inerente quello che si vede e le nozioni riportate nel testo. Lo stesso cliché è stato utilizzato per tutte e tre le fotografie, sia quella in cui viene spiegata l’opera del prosciugamento del Fucino e il castello di Celano, mentre nella terza foto la storia del santuario di Pietraquaria e della battaglia dei piani Palentini. Ho partecipato con piacere alla stesura del testo per queste bellissime foto e più volte ho ringraziato chi me ne ha dato la possibilità, ma non avevo pensato di pubblicare una foto per vantarmene. Almeno fino a ieri. Mi è stato segnalato, infatti, che sulle targhe è stata apposta la scritta “copiato” vicino alla mia firma. Una cosa volevo capire: cosa si intende con la parola “copiato”? Perché se facciamo riferimenti a date e citazioni mi sembra persino inutile rispondere, la battaglia dei piani Palentini è stata combattuta il 23 agosto del 1268, cosa avrei dovuto scrivere? La storia di Macrone è nota a tutti, così come quella della Madonna di Pietraquaria. Forse le descrizioni? Conosco ben pochi giri di parole per definire la più grande opera idraulica dell’antichità o le gesta leggendarie del popolo Marso. E allora? Non vorrei che pensassero che abbia copiato da “Polvere di Lago”, questa sì che sarebbe una notizia fantastica! Comunque penso di poter tranquillamente fare a meno della perizia calligrafica, poiché ho già qualche sospetto su chi possa essere questa persona così invidiosa. Tanto meno voglio ricorrere alle registrazioni delle telecamere, poiché di questa povera anima non me ne può fregare di meno. Perché? Come disse il poeta, pittore e filosofo libanese Khalil Gibran, l’invidioso loda senza saperlo. Quindi se questa “capra” pensa di potermi sminuire così facilmente si sbaglia di grosso, semmai mi ha fornito una conferma ancora più importante, ovvero che sto facendo nel migliore dei modi il mio lavoro di scrittore e giornalista.