Celano. Dopo L’Aquila, Pescara, Pineto, Spoltore e altre località abruzzesi l’installazione con le “Mani che affogano” arriva a Celano ma viene subito rimossa. Questa mattina in piazza IV Novembre, intorno alla fontana, sono comparse le ormai note mani simbolo dei tanti migranti che in mare hanno perso, e continuano a perdere la vita. Un simbolo ormai noto in tutto l’Abruzzo e non solo che però non è potuto rimanere molto nella piazza.
L’installazione, accompagnata anche da un cartello con scritto “Celano non si Lega” e un chiaro messaggio al vice premier Matteo Salvini “ministro sentiti libero di esprimere qui con i tuoi elettori, idee disumane di società. Qui tra queste mani che affondano, silenti come coloro che in mare hanno la testa nell’acqua. Coraggioso è chi mette in gioco la propria vita, non chi gioca con quella degli altri”, e citando De Andrè “Per quanto voi vi crediate assolti siete lo stesso coinvolti”, non era stata autorizzata e il primo cittadino, Settimio Santilli, ha provveduto a rimuoverla personalmente. “Celano non ha bisogno di lezioni di integrazione e allo stesso tempo non è legata a nessuno”, ha commentato il sindaco, “ha una sua identità civile e morale, specifica e storica, a prescindere dalle appartenenze politiche, e che va assolutamente rispettata da chiunque.
Da sempre Celano rispetta chi la rispetta. Covano sotto la cenere focolai di insofferenza sottovalutati, pericolosi, misti all’odio per gli ideali e gli strumenti adottati dalla rappresentanza politica avversa, che qualsiasi tipo di espressione del genere, seppur pacifica, può solo che acuire. Sta anche a noi rappresentanti istituzionali locali, in sinergia e collaborazione con le forze dell’ordine, spegnere questi pericolosi focolai. Ne vale il bene del nostro sistema democratico. Ho provveduto a rimuovere personalmente quanto non autorizzato secondo vigente normativa. Celano è una città di integrazione al di là di ogni appartenenza politica”.