Avezzano. Sembrava fatta. Invece la vicenda del Cam, il consorzio che gestisce l’acqua che arriva nelle case dei marsicani, è diventata un vero e proprio pasticcio. Dietro a una facciata di buoni propositi per il bene dei cittadini, infatti, spunta il dubbio di manovre che vanno al di là dell’interesse pubblico. I manovratori del Pdl, del Pd e del Comune di Avezzano sono stati in camera caritatis da due giorni, e forse ne sono usciti anche soddisfatti, anzi, sicuramente. Questo pomeriggio ci sarà la prova del nove visto che si vota per il comitato di gestione e quello di garanzia composto da cinque membri (quattro rappresentanti dei sindaci e un revisore).
I cittadini non capiscono, forse non sanno nemmeno cosa stia accadendo. Si chiedono: “chi vorrà mai assumersi la responsabilità di accollarsi questo fardello da 54 milioni di debiti?”. Invece c’è la fila. Si domandano chi sia così ricco di senso dello Stato da lavorare gratis per risanare il buco provocato da decenni di difficoltà – per chiamarle con un eufemismo – gestionali. Invece si fa a gara. E si litiga pure. Non per fuggire da una tale responsabilità, ma per infilarcisi dentro.
E così la gente, quella che paga le bollente, non ci capisce più niente. Le sorti di uno degli enti più indebitati d’Abruzzo sono ancora da scrivere. O meglio, sono state scritte dopo ore e ore di riunioni e accordi politici, ma a causa di malumori e turamenti di naso o mal di pancia, per il voto di oggi non è ancora detta l’ultima parola.
Per i più maligni sembra che le scelte siano state dettate più da meri accordi pre-elettorali e politici che da valutazioni di carattere tecnico e sociale. Ora, però, il giorno della verità è arrivato. L’assemblea del Cam entro poche ore deve provvedere alla nomina del Consiglio di gestione e del Consiglio di sorveglianza.
I cittadini, insomma, non capiscono. Perché se da un lato si parla di risparmio, dall’altro si scopre che il direttore generale, un docente de La Sapienza, avrà il suo sostanzioso e meritato compenso, così come gli altri due tecnici, se pure non prenderanno più di quanto già percepivano dall’ente di provenienza. Alla faccia del risparmio.
Gli utenti non capiscono, perché se da un verso si parla di rinnovamento, dall’altro si scopre che l’organo di controllo sarà composto da due della vecchia guardia, e in particolare l’ex presidente, Gianfranco Tedeschi, per il centrosinistra, e l’ex membro del Cda, Pasqualino Di Cristofano (centrodestra). Qualcuno dirà che una figura esperta a controllare ci voleva. Forse è vero, forse no, forse è peggio. Fatto sta che così saranno le cose. Alla faccia del rinnovamento.
Quindi la gente non capisce, perché se da un lato si parla del senso di responsabilità, dall’altro si scopre che ci si fa la guerra per accaparrarsi poltrone, come al solito.
Si viene a sapere infatti che il Comune di Avezzano, oltre a piazzare il presidente dell’organo di controllo nei panni del sindaco Gianni Di Pangrazio, o del suo vice Ferdinando Boccia, oppure di un suo fedelissimo, si accaparra anche quello che sarà il braccio destro del direttore generale, cioè un dirigente del Comune. Si fa il nome dell’ingegner Palumbo.
Ma non basta. L’altro componente del comitato di garanzia dovrebbe essere Domenico D’Antonio (centrodestra), consigliere comunale di opposizione a Carsoli. E a Carsoli, sarà un caso, il sindaco è Mario Mazzetti, coordinatore provinciale del Pd. Il quinto membro, revisore dei conti, dovrebbe arrivare dal comune di Capistrello (centrosinistra).
La gente, insomma, è confusa. Ma questo è quello che i partiti e il Comune di Avezzano hanno deciso. Ora bisognerà capire se i sindaci dei 37 comuni marsicani, oppure solo quelli soci, staranno a guardare allineati e coperti, oppure si opporranno a quanto stabilito a tavolino. Forse i giochi sono fatti e il Cam si prepara a vivere una nuova era.
Resta il fatto però che la gente non capisce, è disorientata, e spera che questo nuovo assetto del consorzio acquedottistico non faccia acqua da tutte le parti. (p.g.)