Un imprenditore si indebita e si sostituisce allo Stato per garantire una Pasqua più serena ai suoi dipendenti. Non è una storia da libro Cuore, ma un gesto concreto che Gaetano Miranda, licenziatario dei McDonald’s di Avezzano e L’Aquila, ha voluto fare come atto di riconoscenza verso tutte le persone che lo hanno aiutato a raggiungere i successi degli ultimi anni. L’imprenditore ha infatti anticipato di tasca sua la cassa integrazione del mese di aprile e, se per qualche intoppo non arriveranno i fondi promessi dalle istituzioni, farà lo stesso anche per il mese di maggio.
Come noto, i due McDonald’s di Avezzano e dell’Aquila hanno chiuso le porte in seguito al lockdown che ha coinvolto il settore della ristorazione. Se in un primo momento la possibilità di garantire il servizio (con orari limitati) rispettando i criteri igienico-sanitari era sembrata una plausibile soluzione, oggi anche McDelivery e McDrive non sono destinati a un rapido sblocco.
“Ad oggi non abbiamo alcun tipo di prospettiva certa. Le restrizioni relative al mondo del turismo e della ristorazione continueranno anche dopo le festività di Pasqua. La nostra è una situazione complicata: anche se si dovesse procedere per step e quindi favorire un’anticipata apertura dei servizi del McDelivery e del McDrive rispetto a quella della sala ristorazione, ci sono comunque diversi fattori da valutare”, ci ha raccontato Miranda.
“Nel primo caso”, ha continuato, “bisogna considerare i tempi relativi al recupero di attrezzature in grado di far fronte ai criteri igienico-sanitari con cui poter consegnare a casa dei cittadini, per non parlare della difficoltà del raggiungimento di un livello economico sufficiente a garantire la sostenibilità del ristorante. D’altra parte, con il mantenimento delle restrizioni, il McDrive sarebbe un servizio poco, o meglio, per niente sfruttato”.
Le ipotesi relative a eventuali riaperture, dunque, slittano agli inizi di maggio. Ma al di là di quelle che sono le possibili soluzioni, un imprenditore come affronta questo periodo di emergenza?
“Ciò a cui tengo di più”, ha risposto Gaetano Miranda, “è la salvaguardia dei miei collaboratori. Ho infatti provveduto a tutelare i loro stipendi anticipando la cassa integrazione, per far sì che potessero godere dei giorni dedicati alla Pasqua senza preoccupazioni sul fronte economico”.
“Io ho fatto ciò che lo Stato mi sarei aspettato avesse fatto con me. Non mi sento sostenuto come imprenditore. Io ho 133 dipendenti”, ha concluso, “e la media dei bonifici relativa ai soli stipendi mensili ammonta a circa 140 mila euro. Per lo Stato la tutela di queste 133 famiglie vale 600 euro. Sono amareggiato, l’imprenditoria andrebbe protetta perché un imprenditore che getta la spugna un domani equivale a meno posti di lavoro e meno famiglie che mangiano.
Un imprenditore serio deve aprire l’ombrello quando piove e chiuderlo quando c’è il sole.
Le mie imprese non si basano su macchinari complessi, ma sulle persone. Sono loro il motore che manda avanti tutto. E quindi mi sono sentito in dovere di fare il possibile per farli stare tranquilli: ho chiesto un credito alla banca e con questo ho anticipato tutta la cassa integrazione al 10 aprile. E farò lo stesso se al 10 maggio lo Stato non dovesse far arrivare i soldi necessari. Se le condizioni economiche lo renderanno possibile, proverò a fissare degli obiettivi di business a fine anno, o un po’ più in là, e magari riuscirò a lasciare questi soldi extra ai miei dipendenti come bonus di produzione.
Perché sono certo che prima o poi il sole tornerà a splendere…”.
…e Miranda potrà tornare a chiudere l’ombrello!