L’Aquila. ”Definendo ‘infondata nel merito e nella forma’ la mozione di sfiducia al presidente del Consiglio regionale d’Abruzzo, Nazario Pagano, il capogruppo Pdl, Lanfranco Venturoni, dimostra di essere affetto da pregiudizi piu’ duri della pietra, acrimonioso al punto tale che la sua difesa politica ne esce ottenebrata”. Ne e’ convinto Cesare D’Alessandro, vicecapogruppo Idv in consiglio, il riferimento all’atto presentato proprio dal suo partito. ”Se solo avesse letto il documento che accompagna la richiesta di revoca, non avrebbe reagito in maniera cosi’ scomposta – osserva – e se, per di piu’, avesse chiesto consiglio a Pagano, probabilmente ne sarebbe uscito zittito, perche’ la richiesta ‘infondata nel merito e nella forma’ l’ha scritta di suo pugno, rigo su rigo, lo stesso Pagano”. ”Noi, come centrosinistra, ci siamo limitati a fare un piccolo esercizio di copiatura, modificandone soltanto la data: dal 2005 ai giorni nostri – fa notare D’Alessandro – Il resto, nel merito e nella forma, e’ del tutto identico al documento che Pagano, nell’agosto 2005, ha pensato, elaborato, scritto, firmato ed illustrato a sostegno della richiesta di dimissioni nei confronti del suo predecessore Roselli”. ”Identico il motivo – prosegue – stessa violazione regolamentare, stesse lamentele sul mancato ruolo di terzieta’ e via discorrendo. D’altra parte – e’ ancora l’esponente IdV – l’abbiamo copiato prevedendo la reazione scomposta del PdL, che evidentemente cambia le proprie convinzioni a seconda del contesto e delle persone”. ”Oggi siamo a parti invertite, con qualche aggravante in piu’ – conclude – E allora, una soltanto puo’ essere la valutazione corretta: quella che Pagano faceva il 5 agosto del 2005, riconoscendo oggi di aver sbagliato, o quella che Pagano fa oggi, magari dicendoci di pensarla come Venturoni. Nel qual caso prenderemmo subito atto del suo nuovo ed alto concetto di rispetto delle regole”.