L’Aquila. A fare chiarezza su quanto accaduto riguardo alla mancata apertura del liceo musicale ad Avezzano è lo Snals che da anni esamina le pratiche inerenti al mondo scolastico abruzzese. Quattro consiglieri provinciali due giorni fa hanno messo sotto accusa l’assessore regionale Lorenzo Berardinetti di quanto accaduto poiché firmatario con gli altri assessori della delibera che nega tale possibilità. Ciò ha innescato, se pur dopo oltre un mese dalla firma della delibera, una raffica di interventi del mondo politico locale.
Berardinetti ha replicato in questi giorni affermando che il ministero impone un solo liceo per provincia e non concede deroghe alla Regione nonostante il suo “impegno di mesi per ottenere tale obiettivo”. Ha poi aggiunto che si è trattato solo di una “strumentalizzazione politica programmata in modo grottesco con una paziente attesa di settimane” dai suoi avversari politici esattamente nel giorno della propria candidatura alle regionali.
Ora lo Snals, sindacato che si occupa di scuola, entra nel merito affrontando la questione da un punto di vista tecnico. “Capisco la delusione della città Avezzano e del comprensorio marsicano”, dichiara Carlo Frascari, segretario Snals, “ma purtroppo il Miur è chiaro e tassativo: un solo liceo musicale per ogni provincia”.
“E’ da molto tempo che diversi Comuni abruzzesi chiedono l’istituzione di un liceo musicale”, prosegue Frascari, “senza, però, avere l’avallo da parte del Miur. I casi di Lanciano e Vasto precedono quello di Avezzano. La normativa generale, ribadisco con fermezza, non consente deroghe se non per casi specifici non presenti in questo caso”.
“Capisco la delusione delle amministrazioni”, spiega il sindacalista Snals, “ma negare un liceo musicale non è una mera presa di posizione e infatti se la Giunta regionale avesse dato parere positivo il Miur, al contrario, avrebbe posto il proprio veto. Negli anni scorsi il Ministero era più morbido e, in alcuni casi, concedeva deroghe. Ora non più”.
Non vi è oltretutto in Abruzzo tutta questa richiesta di iscrizioni che giustifichi una deroga alla normativa generale. Si pone, dunque, un problema di numeri ma anche di organico infatti, il Miur prevede un certo numero di posti che non può subire deroghe. Questi posti, quindi, andrebbero ad essere sottratti ad altri istituti, provocando un inevitabile effetto domino sui docenti in regione”.