Avezzano. C’è preoccupazione tra i dipendenti di LFoundry per le ultime vicende legate al rinvio dell’incontro tra azienda e sindacato e all’annuncio della carenza di materie prime. Le parti sociali, dopo oltre un mese di silenzio, si erano messe di nuovo sedute al tavolo con i vertici dell’azienda ma, dopo tre rinvii della discussione, hanno lamentato l’atteggiamento non corretto da parte della dirigenza annunciando di voler continuare lo stato di agitazione.
“Chi aveva creduto o sperato in una nuova era nelle relazioni industriali in LFoundry, è rimasto deluso”, ha precisato Alessandro Maurizi, rsu Fim – Cisl, “nulla è cambiato con l’avvento della nuova dirigenza, anzi no: si può affermare che molto è peggiorato. L’atteggiamento dell’amministratore delegato nei confronti della controparte sindacale continua a essere pretestuoso e volutamente scorretto”.
I rappresentanti dei sindacati hanno criticato le comunicazioni arrivate nei giorni scorsi circa la carenza di materie prime che potrebbe creare forti disagi alla produzione. L’amministratore delegato, Marcello D’Antiochia, ha però chiarito che si sta lavorando per evitare che ci siano problemi. Anche in questo caso secondo i sindacalisti non c’è stato quel dialogo necessario in alcune circostanze tra le parti e molti dei 1.400 dipendenti del sito dove si producono memorie volatili, sono preoccupati. Maurizi ha ricordato che “nel mese di ottobre è stato proposto all’azienda un accordo quadro con punti di discussione importantissimi: contratto di prossimità, formazione (fondo nuove competenze), uscite incentivate, organizzazione del lavoro e smart working. Se per i primi 3 punti è stata raggiunta un’intesa con tanto di accordo siglato, per ciò che riguarda l’organizzazione del lavoro e relativo cambio turno si è dovuto ricorrere nuovamente allo sciopero.
Durante la fase negoziale è emerso un forte atteggiamento pretestuoso aziendale. I lavoratori sono stati chiamati nuovamente a incrociare le braccia ma nonostante l’ottimo risultato, l’amministratore ha continuato a rifiutare qualsiasi confronto con il sindacato. Soltanto l’iniziativa di scrivere un documento firmato dalle segreterie e dalla rsu, approvato dall’assemblea dei lavoratori, ha “convinto” D’Antiochia a tornare tavolo negoziale, con il risultato di scoprire che, il sito produttivo è a rischio chiusura per la difficoltà di approvvigionamento delle materie prime. Verità o ennesima fuga in avanti per evitare di affrontare altre discussioni? Non si ha diritto di sapere”.