Avezzano. Si torna a parlare di cassa integrazione in casa LFoundry. Nei giorni scorsi la direzione aziendale e la delegazione sindacale si sono incontrate per effettuare l’esame congiunto sulla nuova richiesta di 5 settimane di cassa integrazione covid19, nella stessa riunione sono stati richiamati anche gli argomenti principali in discussione in queste settimane.
“Per quanto riguarda la cassa integrazione non abbiamo assecondato la richiesta aziendale in quanto non accompagnata da un rallentamento delle attività”, hanno commentato le rsu, “cosa più volte richiesta nelle precedenti riunioni soprattutto alla luce di quanto verosimilmente accadrà nei prossimi mesi, cioè un rallentamento imposto dal calo di richieste nella nostra catena di fornitura. Per lo stesso motivo abbiamo, a maggior ragione, rigettato la tesi secondo la quale il personale di supporto, già in smart-working per distanziamento sociale, avrebbe dovuto comunque accollarsi dei giorni di cassa integrazione, non vi è necessità alcuna perché questo accada.
La nostra posizione rimane dunque la stessa, già illustrata: evitare i picchi produttivi in accordo con i clienti e stabilirsi su ritmi più bassi ma duraturi così da mantenere un minimo di distanziamento sociale; questa gestione dei diretti va accompagnata da un prolungamento dello smart-working al 100% laddove possibile, almeno fino al termine della dichiarata emergenza sanitaria (31 luglio 2020, ad oggi).
Per quanto riguarda il resto degli argomenti cioè piano industriale e dettagli operativi, strategie societarie per il futuro dello stabilimento, nuova turnazione e smart-working strutturale, si è convenuto di riprendere gli incontri in maniera regolare”.