Avezzano. La Regione apre le porte a LFoundry, convocato vertice tra azienda e parti sociali. Dopo i numerosi appelli lanciati dai rappresentanti dei sindacati il presidente vicario della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, ha convocato per lunedì alle 15 i vertici di LFoundry, i segretari di Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil e Fismic, e le rsu di stabilimento nella sala giunta di palazzo Silone all’Aquila. Sul tavolo della discussione le parti sociali metteranno subito i tanti interrogativi che si sono accumulati in questi mesi come gli investimenti annunciati dopo la fusione con Smic, la diversificazione della produzione e il piano industriale. L’azienda, dal canto suo, proverà a chiarire tutti questi dubbi dei dipendenti illustrando nel dettaglio la situazione.
“Questo è un appuntamento atteso da tanto”, ha precisato Elvira Simona De Sanctis, segretario provinciale Fiom-Cgil, “abbiamo richiesto di recente ministero per lo Sviluppo economico e alla Regione Abruzzo, che fin dalla vertenza Micron si erano occupati dell’azienda, di convocare un incontro e partecipare insieme a noi e ai dirigenti dello stabilimento per chiarire alcune situazioni. Abbiamo l’esigenza di metterci intorno a un tavolo e capire tanti aspetti perché tra i lavoratori c’è preoccupazione”. Al centro della discussione ci sarà anche il futuro dei precari sui quali si è tanto discusso nel mese scorso per il mancato rinnovo del contratto comunicato attraverso un messaggio su WhatApp.
“Ci siamo presi l’impegno come Fiom di presentare la questione del lavoro precario alle istituzioni”, ha continuato la De Santis, “quale migliore occasione di quella di lunedì? E’ chiaro che i lavoratori, di cui si è tanto parlato, non sono dipendenti di LFoundry, e di conseguenza non c’è stato un vero e proprio licenziamento. Noi però come sindacato lamentiamo la prassi che è stata seguita per utilizzare questa manodopera, e poi per mandarla a casa. Insomma da un’azienda così grande ci si aspetta un altro tipo di trattamento per questo chiederemo di affrontare insieme il problema perché si possono trovare delle strade più dignitose”.