Avezzano. L’ex zuccherificio Sadam in località Campiglione, nelle Marche, è stato acquisito da NeroGiardini e sarà riqualificato. Nella Marsica il futuro dell’area che era sede dello zuccerificio del Gruppo Industriale Maccaferri è ancora in un limbo di abbandono. La questione è tornata d’attualità dopo la notizia dell’acquisizione da parte di Enrico Bracalente, numero uno di NeroGiardini, attraverso la Bag Spa, proprietaria del brand, dell’area dell’ex zuccherificio Sadam nelle Marche per farne il nuovo polo del suo gruppo calzaturiero. Sull’area, oggetto da 10 anni di un dibattito sulla sua riconversione, l’imprenditore fermano è pronto a investire nei prossimi anni 40 milioni di euro, poco meno di 10 per il solo acquisto dell’area, ai quali si aggiungeranno altri 5 milioni per il potenziamento del sito di stoccaggio e logistica di Girola, che da giugno 2012 si era aggiunto al polo storico di Monte San Pietrangeli.
Una decisione improvvisa e risolutiva quella di Bracalente, che aveva necessità di aumentare gli spazi e che aveva giudicato scarsamente efficaci le ipotesi di consolidarsi sui due stabilimenti già esistenti.
Oltre agli aspetti commerciali, l’imprenditore fermano cura molto anche quelli del welfare aziendale, tanto che, sempre sull’area dell’ex zuccherificio Sadam, verrà realizzata una palazzina servizi, dotata di mensa, palestra e asilo nido aziendale, già operativo da diversi anni nel polo di Monte San Pietrangeli.
Ad Avezzano la situazione è molto diversa. Lo stabilimento è stato chiuso da diversi anni come stabilito nell’ambito del programma di dismissione degli impianti saccariferi italiani, sottoscritto con l’Ue dall’allora ministro all’agricoltura Alemanno. L’accordo, sottoscritto da vari enti e organizzazioni e dall’allora sindaco di Celano, Filippo Piccone, prevedeva la realizzazione di un impianto a biomasse, ma non a Celano, bensì ad Avezzano, nel nucleo industriale, e di un centro per il trattamento degli ortaggi del Fucino da realizzare all’interno dell’area dell’ex zuccherificio di Celano. Tutto ciò non è avvenuto e l’impianto a biomasse della Powercrop è stato bloccato dal Comune di Avezzano e da altri enti. Nel 2011 l’area di circa 30 ettari era stata sequestrata con l’ipotesi di reato è di abbandono illecito di rifiuti nei confronti di Eridania Sadam spa. In particolare carbonato di calcio , materiale di risulta prodotto dalla lavorazione delle barbabietole, abbandonato dopo la chiusura dello stabilimento in grandi vasche interrate. Il rischio secondo gli inquirenti era che il processo di lavorazione ne abbia alterato la composizione chimica arrecando inquinamento alle falde. Ora quale sarà il futuro di quell’area?