Parroco invia una lettera ai fedeli: «più offerte per saldare il debito di 60mila euro per i lavori»
Avezzano. A farlo è stato don Antonio Salone perché servono fondi per pagare i lavori per il tetto e alcuni locali ristrutturati nel corso del 2009 e dei primi mesi del 2010. Sono stati eseguiti urgenti interventi di completamento già previsti nel progetto e relativi al definitivo manto di copertura e ad alcuni locali annessi (sagrestia, ufficio parrocchiale, sala per riunioni e catechesi, bagno) che si trovavano ancora allo stato “rustico”. «Entro il prossimo mese, come già lo scorso anno», afferma il parroco in una lettera inviata a tutti i fedeli, «sarà affisso in chiesa il rendiconto dettagliato delle entrate e delle uscite che, è bene saperlo, sono tutte corredate della relativa documentazione con ricevute, scontrini e fatture, puntualmente visionato dal nutrito Consiglio amministrativo e a disposizione di chiunque richieda di esaminarlo. Vi posso però assicurare fin da ora che il debito residuo, al netto di ulteriori contributi della Curia, del Minifestival e dei Comitati Feste, è di circa 60mila euro. Queste ultime entrate straordinarie però non sono previste per il prossimo anno. Pertanto le sole entrate saranno le offerte raccolte durante le Sante Messe domenicali e quelle devolute per battesimi, funerali e per l’uso di qualche sala: e sommate tutte insieme non bastano nemmeno per pagare metano corrente elettrica». Secondo il sacerdote, «se anche il più piccolo Circolo ricreativo necessita, per sopravvivere, di un contributo annuale da parte dei soci, tanto più una parrocchia ha bisogno di una congrua offerta annuale da parte dei suoi fedeli per poter far fronte alle spese inerenti ai consumi come riscaldamento, luce, manutenzione dei numerosi e spaziosi locali, nonché alle varie iniziative e attività pastorali. L’appello è alla «consapevolezza del ruolo insostituibile della parrocchia per la vita del quartiere, alla propria appartenenza alla comunità ecclesiale, il senso di equità che vieta di far ricadere solo su alcuni, gli assidui alle messe domenicali e festive, l’onere di sostenere un’istituzione “usata” da tutti».