Avezzano. “Grazie alla sua straordinaria levatura morale e intellettuale ha saputo distinguersi in numerose attività di interesse nazionale e internazionale specialmente attraverso un riconosciuto impegno al servizio dello Stato, offrendo anche notevole lustro alla sua città natale e alla Marsica tutta” e per questo motivo il sindaco di Avezzano Gianni Di Pangrazio, unitamente ai colleghi di tutta la Marsica, ha deciso di conferire a Gianni Letta la cittadinanza onoraria e le chiavi della città. Un “ritorno” a casa degno della parabola del Figlio prodigo per l’ex sottosegretario che per lavoro anni fa lasciò la Marsica non tagliando mai quel cordone che lo legava alla sua terra e alle sue amicizie. Per questo ieri, nella gremita sala del consiglio comunale, c’erano non solo tanti rappresentanti istituzionali – sindaci, rappresentanti provinciali e regionali, onorevoli e politici – ma anche forze dell’Ordine e amici di sempre. Quegli storici con i quali Letta ha raccontato di aver parlato per ore e ore lungo le strade della fredda Avezzano. “Cerco sempre nei luoghi dove vivo gli esempi di democrazia e per me è un onore essere in questa sala consiliare per partecipare a un evento cosi significativo”, ha precisato Francesco Alecci, prefetto dell’Aquila, “anche se non ho fatto parte di questa votazione avrei scelto di sostenerla se avessi potuto. Sono un funzionario dello stato da 39 e sono orgoglioso di esserlo. Sono governato da un’entita che non guarda i colori politici, ma guarda all’equità. Ho conosciuto Letta come sottosegretario ed è sempre stato il mio riferimento istituzionale. Non avrei mai pensato che mi sarei trovato un giorno a questa cerimonia”. Il legame tra Letta e il prefetto Alecci era tutto racchiuso in quella stretta di mano e in quelle parole di ringraziamento dense di stima reciproca. La stessa che la città di Avezzano prova per Letta al quale, per mano del primo cittadino Di Pangrazio, sono andate le chiavi realizzate eccezionalmente in argento dai ragazzi del Liceo Artistico. “Conferire a Gianni Letta la cittadinanza onoraria della città di Avezzano mi sembra il giusto riconoscimento per una carriera brillante”, ha detto il sindaco nel suo discorso, “prima come importante giornalista e poi come servitore delle istituzioni repubblicane. Letta nel suo sterminato e prestigioso curriculum ha anche esperienze di lavoro radicate nella Marsica: durante gli anni dell’Università ha lavorato prima come operaio e poi come direttore di reparto nello zuccherificio di Avezzano, allora la più importante fabbrica del comprensorio. E Gianni Letta ha voluto giustamente che questa esperienza fosse presente nel suo curriculum, a dimostrazione del suo attaccamento alla nostra terra”. L’impeccabile stile di Letta ha avuto una falla ieri quando, ricevendo le chiavi e la pergamena con la motivazione della cittadinanza onoraria, non ha potuto trattenere l’emozione. Di onorificenze del genere ne ha ottenute tante, ma riceverla della sua città è diverso come lui stesso ha ricordato nel suo discorso di ringraziamento. “Mi avete tolto le parole, ma le devo ritrovare per dire grazie a tutto il consiglio comunale”, ha esordito l’ex sottosegretario, “sono sorpreso di questo riconoscimento che non capita tutti giorni. Non avrei mai immaginato di tornare in questa aula ed essere accolto così. La mia città mi riaccoglie dopo tanti anni di esilio con calore e unità d’intenti che mi hanno tolto la parola. Il mio grazie è vero, sentito, riconosciuto. Oggi è come se fosse un secondo battesimo. Ora Avezzano non è solo la madre ma anche la città che mi riaccoglie come se fossi andato via solo ieri. E lo fa donandomi l’altissimo privilegio delle chiavi della cittá. Cosa c’è di più importante della cittadinanza onoraria?”. Letta fa un excursus storico sulla nascita dell’onorificenza della cittadinanza onoraria senza dimenticare un riferimento storico alla Marsica, al suo storico motto, alla sua unità e alla possibilità negata qualche anno fa di essere riconosciuta dome provincia. “In un’occasione come questa aver ritrovato un’unità d’intenti e aver soprattutto trovato tutti i sindaci insieme è un orgoglio”, ha concluso, “non mi sarei stupito se ci fosse stato qualcuno contrario. Nell’esperienza di ognuno di noi c’è la consapevolezza che quando si fanno le cose insieme si raggiungono degli obiettivi. Sorrentino un anno fa ringraziò chi votò contro la sua cittadinanza onoraria a Roma. E parlò metaforicamente del significato della concordia facendo riferimento anche alla nave che in quei giorni stava lasciando l’Elba. I sindaci di Avezzano oggi meritano l’oscar per l’esempio dato”. Dopo aver ricordato Aio Gallese, il professore Ugo Maria Palanza e salutato l’amico di sempre Enrico Veri, Letta ha ringraziato la famiglia e la moglie Maddalena “perchè se ho potuto camminare per le strade della vita lo devo a lei e ai miei figli”.