Avezzano. Sempre più vicina la salvezza per il tribunale di Avezzano. Una buona notizia dovuta all’approvazione della legge, sbarcata nelle scorse settimane in Regione e nelle commissioni consiliari, che permetterà all’ente di accollarsi le spese per il mantenimento, superando i problemi di spending review. La legge potrà essere così inviata al parlamento per l’approvazione definitiva. Questa iniziativa anti chiusura, targata Avezzano, potrebbe diventare legge nei prossimi giorni e punta ad andare oltre attraverso la modifica della normativa vigente. L’obiettivo è la cancellazione del comma 4 bis che dà facoltà al ministro della Giustizia di stipulare convenzioni sperimentali per il mantenimento di sedi giudiziarie, inserendo un altro comma mirato a obbligare Alfonso Bonafede ad aprire la porta a tutte le Regioni intenzionate a compartecipare alla spesa.
La legge per salvaguardare i tribunali minori d’Abruzzo è stata inviata alla Regione otto mesi fa.
Gli avvocati, guidati dal presidente del foro di Avezzano Franco Colucci, mirano alla modifica della legge di riforma per trasformare in obbligo l’attuale facoltà del Ministero a siglare le convenzioni con le Regioni e le Province autonome che fanno richiesta di riaprire le sedi giudiziarie compartecipando alle spese. Una possibilità già concessa alla regione a statuto speciale del Trentino Alto Adige dove gli uffici giudiziari sono stati salvati.
La proroga al 2023 è invece il piano di riserva se il governo dovesse ignorare la richiesta della regione Abruzzo. Sono azioni decisive per il futuro dei tribunali abruzzesi a rischio chiusura, in particolare Avezzano, Sulmona, Vasto e Lanciano. Attualmente è in vigore la disposizione che prevede l’ennesima proroga, fino al 2023. Questa però potrebbe essere l’ultima e per tale motivo si punta a cambiare la legge. Il provvedimento che ha allungato la vita ai tribunali è stato inserito nel decreto Milleproroghe. In questi anni è stato necessario programmare un percorso che porti alla salvezza definitiva delle strutture giudiziarie senza le quali gli altri tribunali, come quello dell’Aquila, rischiano di ingolfarsi per la mole di lavoro che si concentrerebbe tutto in pochi presidi della giustizia.