L’EDITORIALE
di Eleonora Berardinetti
Cosa significa essere giornalisti oggi? Ci sono decine di manuali, corsi e codici che lo spiegano. Ma mai nessuno dà consigli su come muoversi, come parlare, come comportarsi in determinate situazioni. Crediamo che la tragedia di San Donato qualcosa in più ce l’abbia insegnato. In questi giorni abbiamo raccontato passo passo quello che stava accadendo in modo chiaro e pulito, evitando sensazionalismi ma anche senza omissioni. Pochi minuti dopo l’esplosione eravamo sul posto e abbiamo documentato quello che accadeva con professionalità e senza cadere nella retorica. Abbiamo scritto un rigo in meno se non avevamo fonti ufficiali e uno in più se c’erano particolari utili da fornire. Non vogliamo auto-celebrarci, ma tutto questo lo abbiamo fatto perché sapevamo che a casa, davanti al pc o al tablet non c’era solo il marsicano che voleva sapere cosa era accaduto, ma anche la mamma, la fidanzata o la sorella delle persone coinvolte nell’esplosione che attendevano notizie. Abbiamo raccontato quello che vedevamo per fare in modo che i nostri occhi fossero quelli di migliaia e migliaia di marsicani collegati con il sito. Non ci sono state notizie per sentito dire o frasi a effetto perché in ballo c’era la vita di tante famiglie distrutte dal dolore. Abbiamo preferito rinunciare a un click piuttosto che stupire il lettore. E il lettore, alla fine, ci ha premiato lo stesso visto che il server ha fatto fatica a contenere il traffico sul nostro quotidiano.
In qualità di giornalisti abbiamo avuto l’obbligo morale di esserci e di raccontarvelo. Non si è giornalisti solo quando si va a caccia di scoop o quando si fa a gara per postare per primi una notizia, ma si è giornalisti anche quando la verità è struggente, ma va raccontata. Il giornalismo è soprattutto un servizio. E noi abbiamo scelto di farlo sempre, quando possibile, non davanti a un pc, ma sulla strada, proprio come nella natura dei giornalisti di un tempo, nonostante i tempi siano cambiati…