Tagliacozzo. Un corteo silenzioso, ma carico di significato, ha percorso le vie di Tagliacozzo. Non un’azione di protesta rumorosa, ma una marcia composta e partecipata, che ha visto protagonisti gli studenti dell’Istituto “Argoli”. Ragazzi e ragazze si sono mossi dal loro istituto per raggiungere piazza dell’Obelisco, uniti da un unico messaggio: la pace. Non erano soli.
Tutta la comunità ha risposto all’appello. La manifestazione, organizzata dai giovani, ha visto una grande adesione di cittadini e rappresentanti delle istituzioni, tra cui i sindaci Vincenzo Giovagnorio di Tagliacozzo e Lorenzo Berardinetti di Sante Marie, la presidente del consiglio comunale Anna Mastroddi e la dirigente scolastica professoressa Maria Elena Rotilio.
L’emozione è stata il vero filo conduttore della giornata, a partire dalle riflessioni e dalle poesie lette dagli stessi studenti, in arabo e in italiano, capaci di toccare le corde più profonde dell’animo. I tanti cartelli e striscioni, realizzati con i colori dell’arcobaleno, sono diventati un’eloquente testimonianza del loro impegno, trovando poi posto nell’atrio del Palazzo del Municipio. Un momento particolarmente toccante è stato quando il giovane Italo ha stretto tra le mani una bandiera palestinese, cucita da lui stesso con l’aiuto della nonna, un gesto carico di significato che unisce la speranza delle nuove generazioni con la saggezza di quelle passate.
Dopo i saluti della preside Rotilio, le parole si sono fatte più intense. Il sindaco Berardinetti ha letto un’intensa poesia di M. Alessandra Filippi, che ha recitato: “…in israele e in Palestina ho visto il confine che divide la Storia dalla coscienza… Gaza è una ruga profonda che non voglio guarire… E se la giustizia ha un volto, non è quello della vendetta…”.
Successivamente, il sindaco Giovagnorio ha offerto una riflessione articolata, elogiando la sensibilità dei giovani: “Care ragazze, cari ragazzi il nostro muoverci oggi… è per assumere coscienza che ciò che sta avvenendo nella Striscia di Gaza è l’assurda replica di genocidi per cui tante volte abbiamo detto ‘mai più’ e rende onore alla vostra sensibilità e alla vostra civiltà! A voi che siete l’unica vera speranza di questo mondo malato di malvagità!”. Ha poi aggiunto, citando il Cardinale Pizzaballa: “E non è questione di essere di destra o di sinistra… qui non è questione di appartenenza, ma di umanità!”.
Il Primo Cittadino ha denunciato la superficialità con cui si affrontano le tragedie: “A cosa s’è ridotta la nostra civiltà occidentale… a fare paragoni tra attacchi terroristici e genocidi, a contare poche o tante, centinaia o migliaia di vittime”. E sulla terribile frase “Definisci bambin’”, ha risposto con forza: “Un bambino non si definisce. Un bambino si preserva dal male… non deve scappare disperato e piangente, scalzo… non dovrebbe mai conoscere la paura delle esplosioni e dei crolli, il sangue e la polvere sul viso, la fame, la solitudine e la disperazione di veder morti la propria madre, il proprio padre, i fratelli!”.
A conclusione del suo intervento, Giovagnorio ha citato Ghandi e il dramma del giovane studente suicida a Fondi, Paolo Mendico, di appena 14 anni. Ha esortato i giovani a riflettere sull’odio che si manifesta anche nelle piccole violenze quotidiane: “Ricordiamoci che anche noi uccidiamo: con una parola di troppo, con un’espressione di scherno, con l’emarginazione di chi… non corrisponde ai nostri canoni…”. Infine, ha ribadito il messaggio finale: “la natura umana non è fatta per l’odio… ma è fatta per conviverci e per amarlo! È fatta per la pace!”.
La manifestazione si è conclusa con un gesto di grande risonanza: la bandiera della Palestina issata sul Palazzo del Municipio, tra quelle d’Italia e d’Europa. Un simbolo forte che ha unito idealmente la comunità di Tagliacozzo a tutti gli innocenti che soffrono in ogni parte del mondo.