Avezzano. Non si arresta il successo crescente per la conquista dei like del marsicano Antonello Venditti alla “Biennale d’arte facebook”, curata da Giorgio Grasso e composta da una giuria internazionale di esperti. Due le opere in concorso per l’eclettico artista: “Rin Nestol”- disegno a matite colorate e “Giasone”- acrilico su tela. Elfi, fate, boschi incantati, illustrazioni fiabesche, ma anche legionari romani oppure il pensiero nobile di un dio sui ruderi di antiche civiltà o perfette copie dei grandi maestri. Questo e tanto altro nelle opere di Antonello Venditti, quaranta anni di espressione artistica generosa e ricercata di una persona semplice ed estremamente curiosa che ha fatto della tecnica pittorica in acrilico il suo personalissimo modo per tradurre in espressione visiva l’intimità e l’interiorità del suo mondo.
Opere d’arte che devono rappresentare il meglio della natura, purificata da ogni piccola imperfezione. “Una pittura seria ha il dovere di descrivere ciò che vi è di ‘sublime’ nella natura o nelle azioni umane.” Ne è fortemente convinto Antonello Venditti che propone opere caratterizzate da un senso di realtà fittizia, una sorta di iperrealismo, passato successivamente al mito che si è fuso con il suo modo rappresentativo che è anche frutto di immaginazione, capace di spingere l’artista nei diversi campi del suo estro.
Un’arte che è ricerca, viaggio, passione oltre il limite e che nasce dall’attrazione per il bello, ma soprattutto come dono di natura, che racchiude diversi stati d’animo governati e tenuti a bada dal senso estetico, da una bellezza che deve dirompere al di là dello stato emozionale, che può non essere recepito nella singola opera realizzata in un particolare periodo di vita vissuta. “Chi sa vedere e non semplicemente guardare sa andare a fondo e recepire” dice Venditti che conclude: “dentro di me credo ci sia una creatura alata. Non so di che razza o genere sia, ma so che appartiene alla schiera degli esseri liberi”.
Abbiamo chiesto ad Antonello quali sono le idee creative di altri che avrebbe voluto avere lui, ci ha detto: avrei voluto creare il genere fantasy come ha fatto lo scrittore J.R.R. Tolkien con il “Signore degli Anelli”, partendo dalla tradizione norrena. Avrei voluto avere l’intuizione e la genialità di Salvator Dalì e Renè Magritte che sono stati i capostipiti del surrealismo. Avrei voluto intuire l’origine del cartoon disegnato in modo tradizionale, la sua costruzione”.
Presto conosceremo Antonello Venditti anche come scrittore, sta per uscire infatti il suo primo romanzo fantasy: “Il Gioiello del Gilhun” di cui vi proponiamo un passaggio che bene aiuta a comprendere pensieri e paure, certezze e speranze di un artista del nostro tempo. Gianluca Rubeo
“Molti uomini passano la vita a rincorrere i propri sogni girovagando per terre e mari, ma quando si accorgono che la ricerca è vana, si arrendono. Quel lungo vagare però li aveva distolti dalle cose più vicine. Quello che cercavano era sotto i loro occhi. Per questo ti dico di lasciar perdere, se davvero esiste, un giorno arriverà e tu lo troverai”.