Sante Marie. Ieri si è tenuta la prima storica peregrinatio del beato Tommaso da Celano, che dopo ben 8 secoli è tornato nella sua terra natale. In serata però la salma è rientrata a Tagliacozzo, che dal 1516 conserva le spoglie del primo agiografo di San Francesco d’Assisi, riaccendendo così una mai sopita disputa tra i fedeli, su quale dei due paesi dovrebbe conservare le spoglie del frate.
Eppure pochi conoscono le dinamiche che portarono le sue spoglie a Tagliacozzo, visto che Tommaso da Celano morì a val de’ Varri, una frazione di Sante Marie, all’incirca nell’anno 1265. Lì vennero conservate le sue spoglie fino al 1516, anno in cui vennero traslate da val de’ Varri a Tagliacozzo, perché il monastero medievale di San Giovanni in Barriconvento venne considerato insicuro a causa dei continui saccheggi, e così sarebbe stato scongiurato anche il pericolo che la salma del santo venisse trafugata.
L’episodio fu una sorta di operazione militare da parte dei frati conventuali di Tagliacozzo, che di notte e in gran segreto trafugarono la salma e la portarono nella chiesa di San Francesco. L’episodio scatenò l’ira degli Scanzanesi che portarono in giudizio davanti al tribunale ecclesiastico i frati di Tagliacozzo, che però sembra riuscirono in qualche modo a giustificare di aver agito in pieno diritto, forse tirando in ballo la maggior sicurezza di Tagliacozzo rispetto a quella del convento di val de’ Varri.
Il frate francescano, infatti, negli ultimi anni della sua vita terrena, si era ritirato in un convento di Clarisse nella piccola frazione santemariana. Lì, tra folti boschi di castagne e quiete vallate, il beato Tommaso si dedicò alla meditazione e alla preghiera, mettendosi a disposizione delle suore, di cui divenne padre spirituale, fino al giorno in cui rese la sua anima al Signore.
Ma c’è anche un altro episodio storico che unisce quel convento di Sante Marie e Tagliacozzo. Nel 1527 ci fu il terribile sacco di Roma in cui, a detta di molti storici, venne trafugata la Veronica. Alcuni ritengono che la copia del Volto Santo di Tagliacozzo sia stata dipinta proprio per sviare i Lanzichenecchi dalla ricerca dell’originale, che molti anni più tardi venne ritrovato a Manoppello. Ebbene questa ipotesi sarebbe avvalorata dal fatto che il convento di val de’ Varri venne distrutto proprio dai Lanzichenecchi nel 1528, che probabilmente da Roma si erano spinti fino a Sante Marie proprio per recuperare la più importante delle reliquie cristiane. Ma questa è un’altra storia. Francesco Proia (autore del romanzo “La compagnia del Volto Santo”)