Avezzano. La protesta dei precari ha coinvolto tutto il mondo politico Marsicano. GLI INTERVENTI. Il circolo del Pd si è riunito per discutere sulla vicenda, il consigliere regionale Gino Milano punta il dito contro gli amministratori comunali e regionali, e i medici fanno un quadro del triste futuro della sanità locale. Il circolo di Avezzano del Partito Democratico ha tenuto una riunione del Direttivo sul tema della Sanità sul territorio avezzanese e marsicano. Nell’incontro, molto partecipato, è stata sottolinata con forza la assoluta gravità della situazione generata dai tagli indiscriminati voluti dal governo di centro destra ed attuata a tutti i livelli. Una politica di risanamento della sanità abruzzese avrebbe richiesto un delicato processo di revisione della struttura sanitaria regionale ed invece la scelta è stata quella di sottrarre al sistema quelle risorse che consentivano la prestazione dei pur minimi livelli di assistenza al Cittadino. Ciò comporta l’evidente rischio di collasso per l’Ospedale di Avezzano che, già oggi, fatica nel rispondere alle esigenze della popolazione e che, a breve, si aggraverà ulteriormente sino ad una vera e propria emergenza sanitaria, il tutto nel complice silenzio dei vari livelli di governo territoriale e particolarmente del Sindaco di Avezzano. Il Direttivo del Partito Democratico ha espresso la più ampia condivisione e solidarietà per l’iniziativa in atto da parte degli operatori della sanità e chiede la mobilitazione dei propri rappresentanti in seno alla Regione, Provincia e Comune per una forte azione a tutela dei diritti irrinunciabili della popolazione avezzanese e marsicana. Il congliere Gino Milano, in una nota, ha spiegato: “ora che è esploso il problema dell’imminente licenziamento dei precari della ASL Avezzano-Sulmona-L’Aquila tutti si ergono a loro paladini. Alcuni sindaci minacciano di restituire le fasce tricolore se non si desse soluzione al problema. Bene, anzi benissimo! Ma chi governa la Regione e chi governa la città di Avezzano? Quanti medici di maggioranza, anche avezzanesi, siedono negli scranni di questo Consiglio regionale? Forse non si conosceva il problema? Non si sapeva che senza il rinnovo dei contratti sarebbero stati cancellati interi reparti e servizi? Vero è che si poteva e si doveva intervenire prima, per non ritrovarci oggi a confondersi tra i manifestanti e gridare allo scandalo, come se nessuna possibilità potesse essere esplorata e nessuna responsabilità potesse essere assunta. Il caso è grave e riflette ancora una volta il deficit di programmazione e progettualità politica delle nostre istituzioni, locali e regionali; l’assenza di strategia politico-amministrativa e di una consapevolezza delle problematiche emergenti. Non si può gridare “aiuto” quando i buoi sono già usciti dalla stalla. Eppure dobbiamo, tutti insieme, cercare soluzioni! Si interverrà (lo speriamo fermamente) con proroghe che almeno serviranno a spostare il problema di qualche mese. Dovrebbero essere banditi concorsi per la stabilizzazione del personale che, purtroppo, non potranno assorbire più del 50% dei precari. I prossimi mesi vedranno una lotta tra colleghi che calpesterà la dignità del lavoro e il patrimonio di competenze professionali acquisite. Viene così travolto il diritto al lavoro e insieme anche il diritto alla salute. A pagare saranno ancora una volta i cittadini della Marsica, già deprivati di strutture e servizi essenziali, e quelli dell’intera provincia aquilana. La politica e le istituzioni”, ha concluso Milano, “hanno il dovere di prevenire i problemi, di studiare percorsi condivisi e non di sfoggiare astuzie, come quella di prendere la parola nelle assemblee in qualità di medico dell’Ospedale di Avezzano pensando di far dimenticare che in Regione si hanno ben altri ruoli, per nascondere le proprie irresponsabilità, confondendole con l’azione di chi ha tutto il diritto di gridare la propria sacrosanta indignazione con manifestazioni di piazza”. Nel volantino distribuito dai precari viene tracciato un quadro del futuro della sanità marsicana. “Il licenziamento di 334 precari che prestano la loro opera nella ASL di Avezzano-Sulmona-L’Aquila si abbatterà sul nostro sistema sanitario a partire dai prossimi giorni e, non intervenendo fatti nuovi ed eccezionali, determinerà seri e imprevedibili rischi per i pazienti. Il personale sanitario dell’ ospedale di Avezzano si è riunito oggi in assemblea generale al fine di dare corso a tutte le iniziative che possano tendere a scongiurare un tale disastro. Non si tratta infatti tanto di difendere il pur sacrosanto diritto al lavoro di un così gran numero di dipendenti, quanto di assicurare il diritto alla salute e alla vita dei nostri concittadini e pazienti. La mannaia sul precariato è sancita della cosiddetta “legge Brunetta” secondo cui la spesa destinata a tale rapporto di lavoro deve essere nel 20 Il inferiore al 50% delle somme utilizzate nel 2009. Si dà tuttavia il caso che il 2009 sia l’anno del sisma che ha sconvolto L’Aquila e provincia. che in tale epoca si è proceduto alla fusione delle due preesistenti ASL, che la Marsica ha dovuto ottemperare al piano di riordino della rete ospedaliera regionale chiudendo gli ospedali di Pescina e Tagliacozzo, che lo scandalo delgruppo Angelini ha travolto la Casa di Cura S. Maria e che a causa di tali frangenti l’Ospedale di Avezzano lavora da tempo al limite delle proprie possibilità. l cittadini della Marsica devono a questo punto sapere che il taglio del personale precario sottrae risorse vitali senza le quali la gran parte dei reparti e dei servizi non saranno più in condizioni di operare. Per essere più espliciti stiamo parlando dell ’impossibilità di coprire i turni del Pronto Soccorso, della Radiologia, dell’Ostetricia, dell ’Unità Coronaria e delle Sale Operatorie. Tutte le Unità Operative saranno costrette a ridurre la propria attività. Si prevede una riduzione annua di circa 5.000 interventi chinlrgici e un ulteriore allungamento delle liste d’attesa per tutte le prestazione specialistiche. E’ facile prevedere i disagi che i pazienti dovranno subire cercando scampo nei tristemente famosi “viaggi della speranza” laddove sino ad oggi i migliori reparti del nostro ospedale attraevano pazienti dalle provincie e dalle regioni limitrofe. Tutti i cittadini della Marsica sono invitati a far sentire la propria voce a cominciare dalla manifestazione che si terrà giovedì l0 marzo alle ore 10.00 di fronte al Municipio di Avezzano. L’assordante silenzio della politica e il burocratichese dei manager devono essere sovrastati dalla voce della ragione e del diritto. I tagli, pur se necessari non devono essere fatti sulla pelle dei pazienti.
CHIODI RASSICURA SOLO L’AQUILA. «C’è stata una chiamata alle armi, stamattina, in difesa di una ipotetica, quanto improbabile, chiusura di reparti all’ospedale dell’Aquila, conseguente al taglio dei posti del personale precario, previsto da una direttiva nazionale. Tutti si tranquillizzino, stiamo lavorando alacremente da giorni per risolvere il problema precari. La soluzione ci sarà ad ogni costo». E’ quanto affermato dal presidente della Regione Abruzzo, e Commissario ad acta per la Sanità, Gianni Chiodi, replica così all’allarme lanciato dal vice presidente del Consiglio regionale, Giorgio De Matteis, e dal dimissionario sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente. “Sento di rassicurare i cittadini aquilani a ragion veduta – spiega il Presidente/Commissario – Per evitare il taglio dei posti al nosocomio dell’Aquila, che come tutti sappiamo sta uscendo da una difficile gestione del post sisma, c’è l’impegno per una deroga nell’applicazione della normativa taglia precari attraverso un decreto correttivo al Milleproroghe, di prossima approvazione”. “La polemica non mi appartiene, per il mio stesso ruolo – aggiunge Chiodi – C’è chi pensa a lavorare ed a risolvere problemi e c’è invece chi li solleva solo”. Il presidente chiarisce anche altre due questioni emerse da De Matteis-Cialente: il Piano di riordino sanitario, illustrato nel dettaglio in sede di Consiglio comunale a Pescara (“e comunque il sub Commissario Baraldi è disponibile a fornire tutte le informazioni”) ed il futuro dell’ospedale dell’Aquila. “Per il ‘San Salvatore’ – sottolinea Chiodi – non c’è alcun disegno politico volto a ridimensionarlo. Di più. L’ospedale dell’Aquila è uno dei quattro hub. Puntiamo molto su questa struttura sanitaria e pertanto sarà potenziata e valorizzata a dovere”.