Avezzano. La produzione delle patate fa registrare un 8,8% in meno in tutta Europa, ma per gli agricoltori del Fucino i tuberi nostrani continuano ad avere un peso consistente sul mercato. La preoccupazione espressa da Erminio Pensa, presidente dei giovani di Confagricoltura, è stata frenata dal direttore commerciale di Opoa Marsia Marco Di Cicco, che, dati alla mano, conferma la tenuta del prezzo delle patate del Fucino e la richiesta da parte della grande e piccola distribuzione.
Il settore europeo della patata, secondo una prima stima, prevede una flessione nella produzione per il 2024. Si ipotizza che ci sarà una perdita del 20,7 milioni di tonnellate, pari a una riduzione dell’8,8% rispetto al 2023. Questo calo è dovuto principalmente alle condizioni climatiche avverse e all’aumento delle malattie nelle colture, soprattutto nell’area dell’Europa nord-occidentale. Belgio e Paesi Bassi registrano i maggiori cali, mentre Spagna e Portogallo hanno ottenuto risultati migliori grazie all’irrigazione. La situazione in Italia è in linea con il resto d’Europa, ma le patate del Fucino continuano a tenere.
Erminio Pensa nuovo presidente dei giovani di Confagricoltura L’Aquila ha espresso preoccupazione per questo calo della produzione e per l’arrivo in Italia delle patate francesi. “Avendo sistemi di controllo più leggeri dei nostri, la Francia riesce a essere più competitiva sui prezzi, inondano il mercato nazionale di prodotto estero, al di sotto del nostro costo di produzione”, ha rilevato Pensa, “sicuramente ci vogliono maggiori controlli di filiera, il consumatore deve scegliere il prodotto certificato come per esempio patata del Fucino Igp. Il prodotto va stoccato per metterlo sul mercato in momenti migliori”. Un problema che si presenta ogni anno e che, nonostante le numerose aggregazioni di agricoltori e le tante realtà aderenti ai protocolli Igp, non viene risolto.
Anche se c’è stata una flessione della produzione, nel Fucino come nel resto d’Italia, i tuberi nostrani hanno ancora un certo appell sul mercato. A confermarlo è Di Cicco che con l’Opoa Marsia racchiude circa 60 aziende agricole del Fucino. “La stagione in generale non è stata positiva perchè c’è stato un calo dei prezzi, soprattutto nella seconda parte, e anche un calo di produzione”, ha affermato il direttore commerciale, “in pratica quando c’era il prezzo non c’era il prodotto e quando c’era il prodotto non c’era il prezzo. Queste problematiche a mio avviso devono essere da stimolo per l’aggregazione delle tante realtà presenti nel Fucino, solo unendosi si può essere tutelati”. Secondo Di Cicco anche se la produzione è scesa la qualità ha tenuto. “Smentisco che il valore delle patate sia diminuito, anzi le patate stanno mancando in Europa e chiunque è legato al prodotto italiano, come per esempio le industrie, restano legati al prodotto italiano”, ha concluso, “oggi le patate non valgono meno. Purtroppo chi fa il commerciante, compra dai contadini e rivende, punta a far diminuire i prezzi. Ma oggi le patate valgono da 40 ai 45 euro a quitale. Si è iniziato con un prezzo più alto, stavamo sui 50 euro al quintale, quando c’erano poche patate in giro. Poi è sceso in modo fisiologico quando il prodotto è iniziato ad arrivare in modo pesante sul mercato. In ogni caso la qualità c’è e il prezzo tiene, è un dato di fatto”.