Collelongo. La quarta sezione del Consiglio di Stato (Antonino Anastasi Presidente, Oberdan Forlenza Consigliere, Leonardo Spagnoletti Consigliere Estensore) ha respinto l’appello cautelare della ditta Tamburro di Trasacco, per la riforma dell’ordinanza del T.A.R. Abruzzo che aveva statuito “il divieto di prosecuzione attività per il recupero rifiuti a carico della ditta Tamburro”, emesso dalla Provincia de L’Aquila – Settore ambiente/Servizio gestione rifiuti il 10 febbraio 2016. Il Comune di Collelongo, nel cui territorio si trova la Cava Le Grottelle, non si è costituito in giudizio mentre, rappresentati dall’avvocato Angelo Guanciale, sono intervenuti ad opponendum, i consiglieri di minoranza Nicola Pierleoni, Cesare Angelo Pisegna e Cinzia Pisegna Orlando riuscendo a scongiurare per la seconda volta la ripresa degli scarichi di fanghi industriali presso la cava “Le Grottelle” di Collelongo. Il Consiglio di Stato, per la pronuncia dell’ordinanza di respingimento, ha considerato che le verifiche analitiche prodotte dalla ditta sui rifiuti da impiegare nel recupero ambientale riportavano valori di gran lunga superiori ai limiti di legge e quindi non conformi per le attività di recupero.
Il Wwf Abruzzo Montano, allertato dai consiglieri di minoranza, dopo un’attenta analisi e studio degli atti, ha espresso disappunto per l’autorizzazione rilasciata a conferire fanghi, derivanti da processi di disinchiostrazione nel riciclaggio della carta, in un Sito di Interesse Comunitario di protezione denominato Parco Nazionale d’Abruzzo, facente parte della Rete Natura 2000 ad elevata valenza naturalistica. Ha immediatamente espresso preoccupazioni per la presenza, nei fanghi conferiti all’impianto di Collelongo, di concentrazioni d’idrocarburi pesanti C>12 per decine di volte i limiti di legge consentiti.
Il nostro invito di precauzione e prevenzione a tutela del territorio e della salute pubblica, purtroppo, è stato definito dall’amministrazione Comunale di Collelongo, “allarmismo gratuito” e dobbiamo amaramente costatare che a distanza di oltre 15 mesi dal sopralluogo effettuato dall’Agenzia Regionale per la Tutela Ambientale (ARTA), risultano ancora nel sito le 17 mila tonnellate di rifiuti inquinanti e di materiale di miscelazione, nonostante l’ordine di rimozione entro il 30 settembre 2016, fissato dalla Provincia di L’Aquila. Non sono state attivate dalla ditta e, in caso di sua inadempienza, dal Comune di Collelongo, nemmeno le procedure per la messa in sicurezza d’urgenza del sito, previste dall’art. 242 del D.lgs. 152/2006, emesse in data 14.12.2015 dal Servizio Attività Estrattive della Regione Abruzzo. Adesso con l’ordinanza del Consiglio di Stato il sito della cava Le Grottelle deve essere immediatamente bonificato mediante la rimozione del materiale e deve essere analizzata la qualità dell’acqua prelevata da falda acquifera, riservata al consumo umano, visto l’elevata permeabilità del suolo e la vicinanza della cava alla sorgente Triolo e all’acquedotto del CAM, che dà alimentazione idrica ai territori dei comuni di Collelongo, Trasacco, Luco dei Marsi ed Avezzano.