Avezzano. Laboratorio teatrale del Teatro dei Colori. Domani alle 10.30 lo spettacolo conclusivo al Teatro dei Marsi. Si conclude il progetto di laboratorio teatrale ”Le drammaturgie del presente” del Teatro dei Colori, per l’anno scolastico 2024-2025 con gli alunni dell’ Istituto Superiore Torlonia-Croce, e realizzato con rapporti istituzionali con Ministero della Cultura, Regione Abruzzo, in sinergia con Comune di Avezzano e la collaborazione della Fondazione Carispaq.
METAMORPHOSEON: Riscrittura dalle METAMORFOSI di Publio Ovidio Nasone. Ideazione, conduzione e regia GABRIELE CIACCIA. Insegnante Referente del progetto e curatrice dei testi EMANUELA MASTRODDI
Interpreti: Giulia Zauri , Nicole De Santis , Sofia Granata , Angelica Salucci , Assunta Angelosante , Franco Pezza , Maria Barbieri , Lavinia Silvi , Liliana Amadoro , Giulia Aureli , Chiara Crescenzi , Matteo Gallina , Giulia Di Bastiano , Giorgia Rossi , Valerio Montaldi , Adriano Cattivera. Ringraziamenti alla Dirigente Scolastica prof.ssa VALENTINA CANNIZZARO
“L’estro mi spinge a narrare di forme mutate in corpi nuovi. O dèi – anche queste trasformazioni furono pure opera vostra – seguite con favore la mia impresa e fate che il mio canto si snodi ininterrotto dalla prima origine del mondo fino ai miei tempi”
“Le forme e le storie terrestri ripetono forme e storie celesti ma le une e le altre s’avvolgono a vicenda in una doppia spirale” (Calvino).
Le Metamorfosi di Publio Ovidio Nasone, porta dell’immaginario. Muse, dei, semidei, uomini, donne; coinvolti nel gioco dei nascondimenti, delle passioni, delle finzioni, delle metamorfosi. La psiche, le relazioni, le emozioni diventano simboli ma anche materia animale e vegetale. La dimensione del tempo, le vite passano da uno stadio all’altro dei “mondi naturali e soprannaturali”. Gli esseri umani testimoni attivi di questa “favola radice di tutte le favole” dominano e sono dominati, vivono e sono vissuti. Vulnerabilità di un tempo labile che pone domande, come in una perpetua adolescenza. Quale identità, quale immagine e in quale specchio mi riconosco, dove volgo il mio sguardo, dove trovo occhi che mi corrispondono ?
(Presentazione della prof.ssa Emanuela Mastroddi) Il teatro è l’arte del divenire. È il luogo dove l’invisibile prende forma, il corpo si fa soglia, la voce diventa eco di ciò che è privo di nome. Recitare non è fingere ma attraversare, spogliarsi della propria identità per indossare quella dell’Altro ed in quel gesto, antico e sacro, conoscersi. Oggi narriamo le forme mutate, interroghiamo i racconti di Ovidio, li viviamo – essi accadono dentro di noi. Mutano le membra e con esse le anime. Dafne diventa libertà, destino che si fa corteccia. Aracne si dissolve nel filo che tesse. Proserpina discende agli inferi e conosce l’amore. Deucalione e Pirra generano la possibilità di un nuovo inizio. Fetonte, precipitando, brucia del fuoco che desiderava toccare. Il teatro stesso è metamorfosi, istante che si fa memoria, verità che può esser detta soltanto attraverso un’altra voce, un altro corpo, un’altra forma. Per questo saliamo in scena: per cambiare e per essere cambiati. Nel plasma indistinto, tra maschera e volto, l’umano ricorda di essere molteplice, fragile, eterno. Come nei miti, anche in noi qualcosa si infrange, qualcosa rinasce. E così, paradossalmente, nel perderci troviamo noi stessi.
Nella performance vengono interpretati gli episodi: Cosmogonia, Diluvio, La Nuova Umanità, Apollo e Dafne, Fetonte, Aracne, Proserpina.
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