Avezzano. L’epatite C, contratta 25 anni fa e sviluppatasi nell’organismo in modo silente, presenta oggi un conto salato: quasi il 40% dei ricoveri annui complessivi, nel reparto malattie infettive dell’ospedale di Avezzano, è costituita da cirrosi epatica, uno degli effetti degenerativi della malattia. E’ stato uno degli argomenti del meeting dai nomi altisonanti dell’infettivologia italiana che si è tenuto oggi all’ospedale di Avezzano, promosso dal dr. Maurizio Paoloni, direttore di malattie infettive. Un incontro che ha visto la partecipazione di personaggi della disciplina della caratura del prof. Nicola Petrosillo dell’Istituto Spallanzani di Roma (l’unica struttura qualificata in Italia nel trattamento del virus Ebola), Carlo Federico Perno, il big di virologi italiani, Claudio Puoti (di Marino, Roma) e Francesco Barchiesi di Ancona. Un evento medico-scientifico di altissimo livello che muove dalla sinergia e dalla collaborazione tra il reparto di malattie infettive marsicano con quello di L’Aquila, diretto dal dr. Alessandro Grimaldi, presente all’incontro insieme a un altro pezzo da novanta della disciplina ospedaliera abruzzese, il dr. Giustino Parruti, direttore di malattie infettive dell’ospedale di Pescara. Nell’ottica delle azioni terapeutiche contro l’epatite C, in ampia misura responsabile (con l’eccesso di alcol) delle cirrosi epatiche, la Direzione della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila ha effettuato un cospicuo investimento con l’acquisto di nuovi farmaci salvavita, in modo da garantire cure efficaci che però hanno un costo altissimo (120.000 euro, a carico della Asl, per un solo trattamento). Le terapie ad Avezzano sono iniziate nelle scorse settimane sui 25 pazienti gravi, con risultati subito eccezionali sul piano della salute dei soggetti trattati. Uno sforzo prodotto dai vertici della Asl della provincia Aq a cui si è affiancato quello delle altre Asl abruzzesi e che ha permesso finora di trattare, in tutto l’Abruzzo e senza alcun aggravio economico per i pazienti (quindi gratuitamente), 200 pazienti gravi con epatite C. L’Italia, tra l’altro, attualmente è l’unico paese al mondo a trattare gratuitamente i casi di questa grave malattia. Il prof. Petrosillo, eminente figura dello Spallanzani di Roma, ha posto l’accento sull’uso degli antibiotici. “C’è un utilizzo inappropriato di questi farmaci”, ha detto, “che spesso vengono dati in ospedale senza una reale giustificazione e che non dà alcun beneficio al malato, facendo tra l’altro impennare i costi, soprattutto per le infezioni. Come cambiare rotta? Attraverso la presenza, in ospedale, di una specifica figura, già introdotta in alcune realtà italiane, che sia in grado di dire, con la propria specifica competenza, se, come e quando ricorrere all’antibiotico”