Per diversi mesi, durante la quarantena, numerose categorie di persone hanno lavorato da casa: quella dello smart-working è diventata una pratica sempre più diffusa, per ovvie ragioni legate alla sicurezza.
Tuttavia, una volta terminato il lockdown è stato necessario tornare alle vecchie abitudini. C’è chi deve prendere i mezzi pubblici per arrivare in ufficio e chi può utilizzare l’automobile, chi ha a che fare con molti colleghi e chi esercita una professione più solitaria. Qualunque situazione può essere fonte di incertezza e di timore, soprattutto in un periodo ancora critico come quello attuale.
Dopo una fase di isolamento è difficile “rientrare” a pieno regime nella routine quotidiana. Non poche preoccupazioni sono connesse all’ambito lavorativo e alla ripresa degli impegni quotidiani. Ma prima di addentrarci nell’argomento, ci teniamo a ringraziare la Dott.ssa Montano psicologa di Pescara per l’aiuto che ci ha gentilmente fornito nella stesura di questo articolo.
L’ansia da Covid-19
La mia scrivania sarà stata sanificata adeguatamente? Mi sono ricordato di lavare le mani, di indossare la mascherina? E se qualcuno, potenzialmente colpito dal virus, ha toccato la tastiera del mio computer? Quante volte ci siamo posti domande del genere, quante volte il nostro operato è stato condizionato dal panico e da pensieri negativi!
La salute psicologica dei dipendenti può essere fortemente minata dallo stress da Covid-19. Ecco perché ci soffermeremo su una serie di accorgimenti da adottare per limitare le sensazioni negative, e per dedicarci ai nostri doveri con animo più tranquillo.
La ricerca di un supporto psicologico
Innanzitutto, per ripristinare la normale routine è essenziale coltivare il benessere psichico e l’equilibrio interiore.
Coloro che non ce la fanno da soli non devono assolutamente vergognarsi: talvolta, infatti, l’ansia può essere tale da impedirci di svolgere al meglio i nostri compiti. In simili circostanze è utile chiedere il sostegno di un professionista, che ci aiuterà a comprendere ciò che proviamo e a capire se la nostra angoscia è motivata oppure eccessiva.
In alternativa è bene parlare con le persone care, che siano amici, partner o parenti. Non tenetevi dentro la vostra paura, ma esternatela per esorcizzarla più facilmente. Non c’è nulla di male a essere spaventati, ma è fondamentale raggiungere una certa serenità per non commettere errori sul luogo di lavoro – sia quelli di carattere “tecnico” sia, in particolare, quelli legati alle misure di sicurezza.
L’importanza di un’organizzazione logica
Per attenuare i livelli di stress, è conveniente pianificare con cura le attività giornaliere e stabilire in anticipo quanto tempo dedicare a ciascuna di esse. È risaputo che gli schemi sono nostri alleati nella gestione delle emozioni: avere un planning preciso davanti è ciò che serve per non lasciarsi cogliere dall’agitazione.
La nostra mente, molto spesso, tende ad accumulare e a sovrapporre le preoccupazioni. Chi va sempre di corsa, sentendosi quasi in balìa degli eventi, ha più probabilità di sperimentare un esaurimento nervoso, oggi più propriamente indicato con il termine astenia. La situazione post lockdown può essere davvero logorante, specialmente se si sommano altre ragioni di ansia.
L’uso della mascherina
La mascherina è uno strumento indispensabile per prevenire il contagio, ma non deve diventare un’ulteriore fonte di stress. Può capitare di sentirsi soffocati da questa barriera protettiva, per cause più psicologiche che fisiche: cercate, allora, di allontanarvi di tanto in tanto dai colleghi per toglierla per alcuni secondi.
Tutte le norme igieniche di base contro il Coronavirus vanno rispettate, con consapevolezza e al contempo con tranquillità. Vedrete che, con questo stato d’animo, sarà anche più semplice stare attenti!
Cosa ci fa realmente paura?
Per comprendere noi stessi sarebbe utile imparare ad essere più riflessivi e introspettivi. Il terrore, che rischia di sopraffarci negli attimi meno opportuni, è contrastabile se riusciamo a capire le nostre sensazioni: a cosa è dovuto, esattamente, questo timore? Cosa ci rende così irrequieti e agitati nell’ambiente professionale?
Stando a qualche indagine recente, le motivazioni principali sono le seguenti: non solo l’effettiva paura del Covid-19, ma anche la necessità di uscire dalla comfort zone, le mura domestiche, e di fronteggiare l’esterno dopo il periodo di isolamento. L’uomo è per sua natura abitudinario, e dopo aver trascorso mesi in casa potrebbe trovare difficile un “riadattamento” alla società.
C’è, poi, l’angoscia connessa alla famiglia. Tanti dipendenti, che passano molte ore negli uffici, si sentono responsabili per coloro con cui vivono: tali pensieri tingono di grigio persino il ritorno dal lavoro.
Se siete in balia di queste emozioni, fate un bel respiro profondo e concentratevi su ciò che dovete fare, sull’oggi e non sul domani. La razionalità è nostra complice per combattere lo stress da Coronavirus!
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