Avezzano. Lavoratore discriminato e demansionato, la Asl condannata a risarcire tutti gli arretrati. Avrà infatti diritto alla fascia economica superiore e a tutti gli arretrati. Per tale motivo la Asl di Avezzano Sulmona L’Aquila è stata condannata dal giudice del lavoro di Avezzano, Antonio Stanislao Fiduccia, ad attribuire al dipendente, la fascia economica superiore dal 2015. L’azienda dovrà adeguarsi alla sentenza e corrispondere al lavoratore una pioggia di arretrati, maturati in quattro anni di lavoro. La fattispecie, riguardando molti altri dipendenti nelle stesse condizioni, costituisce un’altra grana per il neo-nominato manager della Asl Roberto Testa, già alle prese con le problematiche di lavoro del personale addetto al pronto soccorso di Avezzano.
Appena un anno fa, infatti un lavoratore ha ottenuto la condanna dell’Inail per le stressanti condizioni di lavoro che hanno fatto ammalare un infermiere addetto al triage del presidio ospedaliero marsicano. Questa volta l’accusa mossa alla Asl è quella di aver discriminato il lavoratore avezzanese rispetto ad altri dipendenti per il solo fatto di essersi volontariamente trasferito alla Asl di Firenze nel 2009, dove rimase per due anni.
Per tale motivo il tecnico radiologo della Asl, in servizio alla sede di Tagliacozzo, si era visto escluso dall’attribuzione della fascia economica superiore e dalle relative competenze stabilite nella delibera Asl del 23 dicembre 2015. L’esclusione dalla progressione orizzontale, secondo quanto argomentato dalla difesa dell’azienda, affidata all’avvocato Vincenzo Santucci, sarebbe stata, viceversa, legittima, in quanto l’accordo sindacale raggiunto riguardava soltanto i dipendenti in servizio alla data del gennaio 2011.
Non è così secondo il Tribunale di Avezzano. Per gli avvocati Salvatore Braghini e Renzo Lancia, difensori del dipendente Asl, “questa causa darà la stura ad altri ricorsi, in quanto il principio sancito si applica a tutti coloro che non hanno goduto della progressione economica a causa del trasferimento dalla sede aziendale, e che ora non potranno essere più esclusi dai benefici dell’accordo sindacale siglato in azienda. In caso contrario saranno violati i principi di uguaglianza, ragionevolezza, buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione. I citati principi sanciscono, invero, il divieto di arbitrarie distinzioni in atti normativi o amministrativi allorché ci si trovi davanti a situazioni sostanzialmente identiche, come è innegabile che lo siano quelle dei lavoratori dell’azienda che hanno avuto il beneficio economico e l’odierno lavoratore”. I legali si preparano a presentare anche altri contenziosi volti al recupero di somme non corrisposte, secondo quanto riferito da alcuni dipendenti, relativamente alle reperebilità.