San Benedetto dei Marsi. Se la notte è sostenitrice delle atmosfere, tra le meravigliose bellezze della Marsica, erge un religioso gioiello che brilla di antico e, incentrando ornamenti operosi, racchiude nella sua essenza un percorso scultoreo importante. Si tratta del portale di Santa Sabina sito a San Benedetto dei Marsi, il quale, quando è incantato dall’oscurità della notte, si lascia accarezzare da dei fari che proiettano fascinosamente una calda luce.
Situato tra l’incrocio di via Pace e corso Vittorio Veneto, la struttura trecentesca vanta la sua laboriosa lavorazione solo sull’artistica facciata in pietra, poiché venne quasi completamente distrutta dal terremoto di Avezzano del 1915, lasciando in piedi soltanto poche tracce della stessa. La chiesa, sorse intorno al V o VI secolo, vicino all’area dove si trovava l’antico foro di Marruvium. La storia narra che tra il 1215 e il 1216 San Francesco d’Assisi, mentre propagava il suo Ordine Minore nel territorio marsicano, avrebbe visitato come primo luogo proprio San Benedetto dei Marsi, sostando vicino l’anfiteatro romano per riposare insieme ai poveri.
La struttura si presenta lineare e contrastante con il suo imponente ingresso in stile gotico e romanico e, si lascia ammirare da un’arcata a diversi giri di lavorazioni differenti. Gli intagli, magistralmente sagomati, come fossero su di uno spartito delle emozioni, percorrono i colonnati e l’arcata superiore con un costante gioco di chiaroscuri dati dalla luce e dalle ombre riflesse in essi. I materiali di costruzione erano stati recuperati dal foro e dal teatro romano, si presentava con una pianta basilicale a tre navate absidate, affiancata da un portico e da una torre campanaria.
Dal 950 d.C. era già divenuta la sede della diocesi dei Marsi e, sotto il regno di Carlo II d’Angiò – tra il 1250 e il 1300, profuse il suo intenso potere, poiché la cattedrale benedettese possedeva e controllava l’intero territorio tra Pescina e il Fucino, oltre ad avere il privilegio di utilizzare l’acqua che alimentava il Molino di Civita. L’edificio religioso nel corso del tempo fu oggetto di diversi interventi strutturali e ospitò anche le reliquie di San Berardo dei Marsi, ora conservate a Pescina nella basilica di Santa Maria delle Grazie.
La decadenza di questa importante struttura sacra iniziò dopo il Rinascimento, proprio quando vennero traslati i resti del santo, dichiarando la chiesa pescinese la nuova sede della diocesi dei Marsi con la Bolla papale del pontefice Gregorio XII del 1580. È dunque, un luogo di grande valore artistico e culturale e camminando lungo il viale che ci induce in questo capolavoro architettonico, ci sentiremo in profonda connessione con la storia di tutti i tempi, poiché abbracceremo il valore della vita su aspetti multiformi, sovrastando le difficoltà e le ferite riportate dagli eventi ed esaltandone bensì, le bellezze che persistono in una terra forte e longeva con i suoi bellissimi doni esistenziali.