Si è appena conclusa a Sannicandro di Bari la XVII edizione di Radici del Sud, l’evento dedicato ai vini da vitigni autoctoni del nostro meridione. La novità di quest’anno è stata una partecipazione più massicia delle aziende abruzzesi, soprattutto grazie alla presenza compatta dell’associazione Terre di Casauria Docg, che per la prima volta è scesa in Puglia a far conoscere i progetti e le espressioni vinicole di un territorio tra i più vocati dell’intero panorama regionale. Occorre ricordare che solo da un paio di edizioni l’Abruzzo ha avuto la possibilità di iscriversi a quello che, per rappresentatività e qualità dell’organizzazione, è ormai da tempo uno dei principali concorsi enologici in Italia. Un evento che in passato era aperto solo a vini dalla Campania in giù, abbinando un contest enologico rigoroso (in cui i vini sono valutati alla cieca da giurie italiane e straniere) ad incontri B2B dedicati, che permettono alle aziende partecipanti di andar via non solo con un riconoscimento mediatico, che fa sempre piacere per carità, ma anche con importanti contatti commerciali verso l’estero. Un format che Nicola Campanile, organizzatore dell’evento, ha avuto la forza di mettere in piedi con determinazione e professionalità, restando sempre dietro le quinte, curando la sostanza più che l’apparenza. Credo sia proprio questo il plus di Radici, che porta una lente di ingrandimento di respiro internazione sulle tante espressioni dei vitigni autoctoni del sud Italia, che rappresentano la vera peculiarità – e quindi ricchezza – dei nostri vini.
Prima della consegna dei premi un sentito ricordo di Antonio Tomacelli, giornalista pugliese fondatore della testata Intravino, grande amante dei vini del sud e bravissimo divulgatore. Una commissione ad hoc ha scelto, tra tutti i vini premiati, quello che sarebbe piaciuto di più a lui: il Giogu 2020 della Famiglia Demelas, vino sardo dalla zona del Mandrolisai, un vino non scontato per un uomo non scontato.
A questo collegamento trovate la lista completa dei premiati, dove, come si potrà vedere, l’Abruzzo si è difeso alla grande.
Come detto, è stata soprattutto una bella occasione di visibilità per l’associazione Terre di Casauria Docg, composta da una quindicina di produttori del territorio casauriense, che si stanno battendo per avere il riconoscimento ufficiale di denominazione di qualità controllata e garantita ai grandi rossi locali. I vini hanno riscosso grandissimi apprezzamenti, sia dalla giuria italiana che da quella internazionale, a conferma di una piacevolezza generale e di un carattere di razza che li porta ad emergere dalla massa. Abbiamo intervistato per l’occasione Concezio Marulli, enologo della nota cantina Zaccagnini e presidente dell’associazione.
Il prossimo appuntamento sarà a metà luglio, quando le Terre di Casauria ospiteranno una tappa della giuria di giornalisti di esperienza internazionale invitati a Gironi Divini 2022, l’evento enogastronomico e contest enologico che da 10 anni si focalizza sul meglio della produzione regionale e le cui finali aperte al pubblico si svolgeranno, come di consueto a metà agosto, nella suggestiva cornice del centro storico di Tagliacozzo. Alcuni dettagli sono ancora in corso d’opera, ma siamo certi che anche in quell’occasione l’accoglienza e i vini dei produttori casauriensi non sfigureranno!