L’Aquila. Juan Carrito, l’orso marsicano simbolo del Parco Nazionale d’Abruzzo, è morto: è stato investito da un’ auto nei pressi del tunnel di Roccaraso, sulla statale 17, al bivio per il cimitero di Castel di Sangro. L’orso, contrariamente alle abitudini, da alcuni giorni era stato segnalato nei paraggi dell’Altopiano delle Cinque Miglia e non in letargo. L’impatto è stato fortissimo, e non ha lasciato scampo al giovane orso, deceduto a seguito dell’investimento.
“Una tragedia immane”, commenta, in una nota, l’associazione animalista Meta Parma, “e ci auguriamo che vengano accertate eventuali responsabilità di chi era alla guida. Come hanno fatto a investire un orso? A che velocità andavano? C’era troppa scarsa illuminazione? Domande che ci stiamo ponendo in tanti, per capire se questa tragedia si poteva evitare e se ci sono delle responsabilità. In tutto questo però quello che colpisce di più è l’amore e il rispetto dell’Abruzzo per gli orsi, perchè Juan viveva libero. Juan Carrito non è morto in gabbia, come l’orsa F43 morta durante un tentativo di cattura in Trentino, non ha conosciuto la prigionia, come accaduto invece all’orso M49 in Trentino. Purtroppo su questo pianeta abbiamo lasciato poco spazio agli animali, quasi zero, le nostre strade interrompono il percorso dei boschi e l’asfalto è ovunque. Cani, gatti, cinghiali, tantissimi animali purtroppo vengono investiti e uccisi dalle auto, spesso anche colpevolizzati per questo, come nel caso dei cinghiali che stanno subendo una vera e propria persecuzione. Ora è stato investito addirittura un orso, che non viveva in prigionia ma da orso libero, come è giusto che sia. E in un periodo come quello che stiamo vivendo, dove vengono approvati emendamenti “far west” e dove nessuna specie animale sembra essere più al sicuro, dall’Abruzzo arriva un grande insegnamento per tutti: Juan Carrito è stato amato e rispettato, voleva vivere libero. La libertà purtroppo è anche rischio, e questo vale per tutti, anche per noi umani, ma nessuno vorrebbe vivere in una gabbia o sotto una campana di vetro. ”
“Juan Carrito era un orso problematico, ma al Parco abbiamo fatto di tutto, contro tutto e tutti, per dargli una chance e farlo rimanere libero. Ora ci ha lasciato… Stasera siamo tutti un po’ più poveri perché se ne è andato uno di famiglia”, hanno dichiarato il presidente del Parco, Giovanni Cannata, e il direttore del Parco, Luciano Sammarone. “Una luce di umanità, che brilla in Abruzzo, dove gli orsi vengono amati e rispettati. Onore all’Abruzzo!”, conclude Meta Parma.