Avezzano. “I presidi periferici di Tagliacozzo e Pescina sono essenziali per l’offerta sanitaria per la Asl1. Il pronto soccorso h24 garantisce servizi immediati per quelle patologie tempo dipendenti che richiedono interventi repentini. Gli h24 di Pescina e Tagliacozzo non devono toccarsi. Non solo, non deve essere spostato il personale che al loro interno opera”.
Lo afferma con forza e decisione l’assessore regionale Guido Quintino Liris, intervenuto stamane ai microfoni di Marsicalive per fare chiarezza non solo sull’emergenza covid in itinere in tutta Itali, che sta mettendo a dura prova l’Abruzzo, ma anche per dare il proprio punto di vista sulla gestione della sanità marsicana. Il concetto è chiaro: i presidi ospedalieri di Tagliacozzo e Pescina non si toccano, anzi, sono chiamati a dare un contributo fondamentale per decongestionare l’ospedale di Avezzano e garantire i servizi essenziali quotidiani. Non c’è solo il covid da affrontare ma anche le numerose altre patologie.
“Occorre reperire il personale attraverso la contrazione dell’attività ordinaria perché questi spazi non possono essere utilizzati solo come zona grigia, ma anche per quella medicina pulita, covid free, per dare man forte agli ospedali di Avezzano e L’Aquila. Sono due presidi in grado di dare un contributo fondamentale e se qualche professionista deve spostarsi per seguire i propri pazienti, allora anche questo va fatto. Siamo in un momento di emergenza in cui non possono essere preservate rendite di posizioni. Siamo in tempo di guerra, no di pace, quindi le misure vanno riviste subito”.
“Distinguiamo gli ospedali che devono rimanere puliti rispetto al covid: disseminarlo su più ospedali significa creare terreno fertile per il virus che si diffonde su un territorio troppo vasto e quindi difficile da controllare. Si concentra su un singolo presidio per dare energie specifiche di gestirlo in un suolo punto. All’Aquila c’è il G8 e il Delta7 che sono specifiche per questo ambito. Non serve disperderlo sul territorio che, oltretutto, mette a rischio anche troppi operatori e troppi sanitari più in generale”.
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