Avezzano. A poche ore dal voto al Senato, che sarà chiamato in questa delicata fase storico-politica del Paese a decidere sull’arresto del senatore Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita accusato di appropriazione indebita dei fondi del partito, l’esponente politico marsicano ha rilasciato un’intervista esclusiva al nostro direttore, Eleonora Berardinetti, apparsa questa mattina sulle pagine dei quotidiani del Gruppo Espresso. Ha parlato del proprio stato d’animo e ha annunciato la decisione di concludere la sua avventura parlamentare con questa legislatura.
A poche ore dal voto al Senato qual è il suo stato d’animo e cosa si sente di dire ai suoi colleghi senatori?
Preoccupato, molto, per mia moglie e per i miei figli; soprattutto se il Senato dovesse votare per l’arresto in carcere in un momento nel quale mia moglie e’ ancora e ingiustamente agli arresti domiciliari.
Ha ricevuto messaggi di solidarietà e di sostegno da parte dei senatori abruzzesi?
Si, ma sul punto mi permetta di mantenere un rigoroso e doveroso riserbo. La pubblicità non serve a nessuno e non vorrei che venissero messi alla gogna come me.
Pensa che loro voteranno a favore o contro il suo arresto?
Non lo so, va chiesto a loro.
Da alcuni vertici del partito è stato contestato il suo modo di “fare politica” in Abruzzo, cosa si sente di dire a queste persone?
La risposta non sarebbe uguale per tutti: dipende da chi viene questa critica e da quale modo usa e usava per fare politica chi contestava.
L’Abruzzo, sua terra d’origine, sta vivendo un periodo difficile tra terremoti giudiziari e politici. Il Partito democratico cosa ha fatto e cosa non ha fatto per offrire delle valide soluzioni a questi problemi?
Ora non mi sento in condizione di dare questo tipo di giudizi: sento il bisogno di riacquistare maggiore serenità ed equilibrio personali prima di offrire un’analisi di questo tipo.
Suo fratello Antonino, sindaco di Capistrello, è stato attaccato su più fronti in riferimento alla sua vicenda. Come giudica questo atteggiamento?
Una vera vigliaccata! Sono pochissimi, grazie a Dio, e non meritano pubblicità. E’ la parte peggiore della politica: attaccare parenti di un indagato, nonostante siano attivi e seri nell’amministrare la cosa pubblica e nella vita quotidiana, che avrebbero la sola responsabilità di avere lo stesso cognome. Un modo di agire molto basso, direi, basato sulla diffamazione a prescindere. Dimostrassero che questi attacchi portano a qualcosa di concreto.
Dalle pagine de Il Centro può lanciare un messaggio agli abruzzesi, cosa si sente dire loro?
Non mi sento in grado di lanciare messaggi agli abruzzesi, ora proprio non sarebbe serio da parte mia. Devo prima recuperare la mia dignità di fronte alla mia Famiglia e al Paese. Quando, fra molti anni, questa vicenda sarà giudiziariamente conclusa, avrò di nuovo titolo per esprimere le in opinioni. Ma la mia esperienza parlamentare finisce con questa legislatura.