Capistrello. Il sindaco si concede a un incontro pubblico e affronta i suoi cittadini contestando punto per punto tutte le allusioni riguardo a qualunque suo coinvolgimento con la vicenda giudiziaria che ha travolto il fratello Luigi Lusi, il tesoriere della Margherita indagato per appropriazione indebita. A testa alta, affrontando anche una persona probabilmente fomentata che ha gettato monetine contro il tavolo dei relatori, il primo cittadino Antonino Lusi ha parlato delle vicende private messe in piazza dai media, come l’abitazione della figlia o il conto cointestato con il fratello. L’esponente del Partito Democratico si è detto a qualunque questione legato al partito della Margherita. «Non ho mai avuto nulla a che fare con la Margherita», ha affermato, «con le sue vicende amministrative e con movimenti di denaro. Gli acquisti degli immobili dei miei figli finiti sulla stampa sono il frutto di una onorata vita professionale che mi ha dato molto e che mi ha spinto a rinunciare all’indennità da sindaco». Sull’acquisto della casa della figlia Sara, ha affermato che «è documentabile fino all’ultimo centesimo e mi auguro che la magistratura avrà modo di chiarire chi ha fatto qualcosa, io non devo giustificare altri al di fuori di me e ho massima fiducia in tutto l’apparato giudiziario. Sono del tutto estraneo a queste cose». Altre accuse hanno riguardato un presunto coinvolgimento del senatore Lusi nella campagna elettorale alle amministrative che decretarono l’affermazione del fratello rispetto agli altri candidati. «Io posi un veto alla presenza del senatore Lusi durante la campagna elettore», ha sostenuto il sindaco, «e contrariamente alle falsità insinuate, non c’è stata mai stata nessuna cena elettorale». Lusi ha poi chiesto ai presenti di alzare la mano se qualcuno ne ricordasse una di cena. «Questo paese», ha aggiunto riferendosi a un volantino distribuito dai contestatori all’ingresso della sala riunioni dove si è tenuto l’incontro, «è stato sputtanato da chi, durante l’emergenza neve, anziché lavorare con gli altri andava cercando i giornalisti e gli presentava le lettere del precedente sindaco, Alberto Scatena, che chiedeva finanziamenti per Capistrello – non certo per la sua famiglia – e questi finanziamenti sono arrivati per Capistrello. Sulla vicenda del conto cointestato con il fratello si è detto estraneo a ogni movimento sia stato fatto. «Come consigliere parlamentare», ha spiegato, «avevo un trattamento di favore da parte della Banca nazionale del lavoro. Io venti anni fa aprii un contro intestato a me e mia moglie e uno a me e mio fratello, successivamente uno con mia figlia. Non ho mai operato né su questo ultimo, né su quello con mio fratello di cui non ho mai ricevuto gli estratti visto che andavano al domicilio di mio fratello. Domani chiederò alla Bnl, agenzia del Senato, la documentazione in tal senso». Il primo cittadino ha infine respinto ogni illazione sui i provvedimenti amministrativi assunti dal comune durante gli ultimi anni di governo del paese. «Di questa amministrazione», ha affermato, «non c’è un solo atto che possa lontanamente far pensare che la giunta, oppure la maggioranza consigliare, abbia adottato una sola misura che non fosse coerente con gli obiettivi di risanamento del degrado in cui il Comune si trova e di interesse pubblico generale inteso in senso stretto, specifico». Dopo il suo intervento, il lancio di monetine, seppur a opera di una persona probabilmente ingaggiata da qualche contestatore, ha inevitabilmente richiamato alla memoria quel 30 aprile 1993 quando Bettino Craxi, uscendo dall’hotel Raphael di Roma, fu bersagliato da lanci di oggetti, soprattutto monetine. Sulla vicenda personale, Lusi ha sottolineato come «oltre al dolore personale e alla sofferenza che questa situazione può produrre nei cittadini, c’è da parte mia e della mia famiglia un dolore in più perché siamo i primi danneggiati da questa vicenda, in misura di gran lunga superiore a chiunque altro».