Tagliacozzo. E’ pronto a conquistare la vetta del Pik Lenin, in Kirghizistan, a quota 7.134. Il tagliacozzano Enrico Iacomini, 43 anni, architetto, che dal 1997 vive a Pescara dove lavora al Comune come responsabile della manutenzione, si sta preparando per una importante impresa alpinistica. “Sono un grande appassionato, amante della montagna, perché sono nato in un luogo di montagna, battezzato a Roccacerro a 1.050 mslm, e ho vissuto la montagna fin da bambino a Marsia e dintorni, fino a quando ho iniziato ad arrampicare sulle splendide falesie di Tagliacozzo con un amico del posto”, racconta, “questa condizione di “uomo di montagna” mi ha permesso di capire immediatamente, come si va in montagna, ovvero rispettare i tempi della montagna.
Però a Pescara intorno all’anno 2011 dopo aver conosciuto l’amico e collega Mario ho potuto vivere la montagna anche dal punto di vista sportivo ed escursionistico invernale. Oggi dopo un breve ma intenso avvicinamento all’alta quota con un curriculum, che mi trova ad aver raggiunto in solitaria nel 2013 il Monte Toubkal 4.167 mslm (Morocco) e nel 2015 il Monte Bianco 4.810 mslm (dalla via Francese), invece in coppia nel 2014 sul Monte Elbrus 5.642 (Russia), posso pensare e sperare di raggiungere la vetta del Pik Lenin. Quindi l’innata passione per la montagna, la scoperta di nuovo modo di approccio con la montagna, mi ha permesso di salire in inverno più volte la quasi totalità delle vette in Abruzzo, di cui alcune in solitaria, vivendo un alpinismo più in stile romantico che tecnico.
Adesso vi voglio parlare della mia nuova avventura, la meta il “Pik Lenin” è stato scelta in quanto è una vetta al di poco sopra i 7.000 metri, ed è il naturale banco di prova per chi un domani vuole pensare di salite un 8.000. Si parte il 03 agosto e si ritorna il 22 agosto 2017, nella squadra siamo in tre io, Rino Baldisserotto e Anna Grego, insieme a questi alpinisti posso fin da ora affermare che la nostra spedizione non è di “tipo commerciale”, ogni componente della spedizione metterà al suo interno le proprie competenze per il raggiungimento comune della conquista della vetta.
Per quanto mi riguarda si parte dall’aeroporto di Pescara alla volta di Orio al Serio Bergamo, dopo tutti e tre ci imbarchiamo per Istanbul, ripartenza immediata per Bishkek capitale del Kirghizistan il giorno dopo arriviamo sempre in aereo per la città di Osk che dista circa 180 Km dal Campo Base.
“Dal Campo Base alla vetta”, spiga Iacomini, “si devono allestire due campi alti ed uno avanzato denominato “Abc o Camp 1”, il campo Base si trova a 3.600mslm, gli altri saranno allestiti a quota 4.400, Campo 2 a 5.300, Campo 3 a 6.100. Per l’assalto alla vetta ci saranno da percorrere quasi 6 km con un dislivello di oltre 1.000 metri.
Per un abruzzese è come fare di più del sentiero che porta alla vetta del Gran Sasso dalla funivia, posto all’altezza degli aerei che normalmente vediamo sulla nostra testa in direzione del Tirreno.
Per arrivare ad un allenamento che ti possa far almeno sperare di raggiungere questo tipo di vette mi sto allenando duramente, sapendo di dovermi allenare in solitaria ho cercato di dare un obiettivo anche all’allenamento; volevo salire tutte le vette d’Abruzzo al di sopra dei 2.000 mslm.
Questo obiettivo sembrava facilmente alla portata di mano, però non ho messo in conto che le nostre montagne sono liberamente battute da vento, pertanto questo inverno mi sono imbattuto in salite su vette notoriamente facili dove c’era un vento a non meno di 50 Kmh ed una volta fortunatamente insieme ad altre persone tra 80 e 100 Kmh. cosichè questa velocità non solo non ci ha permesso di salire, ma riusciva a spostarmi da seduto.
Ho anche dovuto abbandonare la salita a 30 metri dalla vetta di monte Rognone in quanto avevo un visibilità quasi azzerata. Altra esperienza unica è stata, la discesa con gli sci da monte Magnola al rifugio Telespazio, 300 metri di dislivello con l’ausilio del solo GPS perché non vedevo nulla.
In Questi racconti c’è quel pizzico di avventura che potrebbe ritornare utile in vero momento di difficoltà in alta quota.
Citando le frasi di altri alpinisti “un 7000 è tutta un’altra cosa” parto con la consapevolezza che in questo attività vince solo la Montagna, quindi quando lei decide di farsi salire, tu puoi tentare l’assalto o la permanenza in quota.
Per questa avventura altre componenti da non sottovalutare oltre all’allenamento sono la famiglia e il costo della spedizione. Tutta la mia famiglia mi sostiene ma con una evidente paura essendo questa attività sempre classificabile come estrema, però quando chiedo un sostegno so che posso contare su di loro. Se riuscirò ad arrivare in vetta il primo pensiero sarà per loro. SI cercano sponsor e donazioni che permettano di non mollare questa attività. E’ possibile trovare informazioni su Facebook alla pagina “ABC – ABRUZZO BASE CAMP” o “Enrico Iacomini”. Considerato che in Abruzzo le spedizioni alpinistiche che puntano alla conquista della vetta non sono molte se non rare”, conclude Iacomini, “presumo che tale impresa possa avere l’onore della cronaca, in quanto un personale desiderio e quello che la gente si appassioni sia alla preparazione, sia alla spedizione vera e propria, con il quale potrò regalare qualche sogno alla gente della nostra regione e non solo che amano le imprese alpinistiche e le nostre montagna”.