Magliano de’ Marsi. Lo hanno atteso nella piazza di Santa Lucia a Magliano in silenzio. C’erano tutte le persone con cui in questi anni è salito nelle montagne d’Abruzzo. E non solo. La chiesa non ce l’avrebbe fatta a contenerli tutti gli amici e i colleghi del soccorso alpino abruzzese e per questo i funerali di Enzo Ventimiglia, il 31enne che ha perso la vita in un tragico incidente stradale l’altra notte a Magliano, si sono svolti all’aperto.
Il feretro è arrivato in piazza sorretto dagli uomini della stazione del soccorso alpino di Avezzano. Un dolore immenso quello del capo stazione Fabio Manzocchi, che Enzo lo ha visto crescere, e quello degli altri amici che oggi lo hanno accompagnato nel suo ultimo viaggio.
“Siamo davanti alla nostra chiesa, davanti al monte Velino per il nostro fratello Enzo”, ha detto don Emidio Cerasani, parroco di Santa Lucia, aprendo le esequie.
“Penso che ieri, oggi e nei prossimi giorni il silenzio la farà da padrone”, ha continuato don Patrizio Ciccone, ex parroco di Magliano, nell’omelia, “inutile che proviamo a darci delle spiegazioni, se siamo qui è perché ci fidiamo di Dio. Ma oggi anche essere amici di Dio è difficile, perché diciamo: Dio perché? Oggi se siamo qui vogliamo anche celebrare la vita come Enzo ci ha insegnato. Perché lui era legato alla sua vita e a quella degli altri. San Giacomo dice: “Fammi vedere come vivi e che fede hai. Enzo e i suoi amici dicevano dimmi come vai in montagna e ti dirò chi sei. In montagna si va in tanti modi, Enzo ce lo ha detto in lungo e in largo. Mai spavaldo, mai arrogante, poteva permettersi di fare questo e altro, eppure lo faceva sempre con coscienza e responsabilità. Con umiltà. La sua passione per la montagna è diventata servizio per altri. Questo suo modo di essere ci stimola a essere difensori della vita come lui. Quando la speranza comincia a vaccilare dobbiamo andare avanti anche oltre ogni non speranza. L’abbiamo visto al Monte Velino quando i soccorritori con Enzo in capo facevano su e giù. Ogni volta che si sale in montagna e si arriva su una cima si incontra una croce. Il Vangelo ci dice che chi vuole seguire Dio deve prendere la Croce e seguirlo. Oggi la croce ce l’abbiamo noi. Un escursionista anni fa mi disse che pur non credendo quando vedeva la croce era contento perché era arrivato e pensava a quanti prima di lui l’avevano portata con tanta difficoltà. In questi giorni si dice che a Enzo ora spetta la scalata verso il cielo, ma lui l’ha già fatta e se siamo qui è perché lui è già arrivato. Ma ora spetta a noi salire sulla montagna delle fatica e della sofferenza. Ognuno di noi da oggi è chiamato a fare un sentiero attraverso questo credo non credo, verso qualcosa di più che non sappiamo noi uomini. Chi sale in montagna e vuole raggiungere la vetta vuole vedere qualcosa in più. Oggi quel qualcosa è Dio e vogliamo in questa occasione chiedere per la famiglia e per tutti noi questo cammino. Chi sta più avanti farà un sentiero escursionistico, chi è meno esperto un sentiero più difficile, chi invece sta indietro dovrà fare una ferrata. Chiediamo al Signore di ricordarsi di Enzo, con il suo sorriso, di continuare a camminare su un sentiero fatto di meraviglie. Enzo era chiamato per lavoro, per passione a stare in alto. E dall’alto ora sapremo c’è una persona lì in alto che veglia su di noi”.
Ad accogliere il giovane per cui oggi piange un’intera comunità, insieme a don Patrizio e don Emidio, anche don Antonio Allegritti, parroco di San Pelino. Ad abbracciare i famigliari è arrivato anche il presidente del Soccorso alpino abruzzese, Daniele Perilli, accompagnato anche dal delegato Alpino, Paolo Di Quinzio.
I soccorritori della stazione del Soccorso Alpino dell’Aquila, il luogotenente Paolo Passalacqua con i colleghi.
Presenti alla cerimonia anche i volontari della Misericordia e della Protezione civile di Magliano, coordinata da Luigi Felli.
Alla fine del funerale l’ultimo saluto al giovane soccorritore da parte del sindaco di Magliano de’ Marsi, Pasqualino De Cristofano, che a stento è riuscito a trattenere l’emozione e il pianto.
“Enzo era un figlio amorevole”, ha detto ai tanti amici arrivati a Magliano per l’addio a Ventimiglia, “un amorevole figlio, un carissimo amico, un lavoratore esemplare che nonostante la sua giovane età tutte le mattine si svegliava per il suo lavoro insieme al papà Giorgio e all’amico fraterno Daniele. Siamo qui come comunità, una comunità vasta, che non è composta solo dai maglianesi e dalle maglianesi ma da una comunità che va oltre i nostri confini territoriali. La presenza qui oggi della seconda famiglia di Enzo, il soccorso alpino che ringrazio per il lavoro svolto e le associazioni di volontariato che hanno collaborato con lui in questi anni di sua attività”.
In chiusura, prima del lancio di tanti palloncini verdi al cielo, l’addio degli amici: “Avremmo voluto un pizzico di tempo in più, tu sei il sorriso amico, la spalla pronta a supportare. Lo spirito della festa anche quando non c’era nulla da festeggiare. Non sappiamo dove ti trovi e se ci stai dicendo quanto siamo babbi con questi musi lunghi. Quello che sappiamo con certezza è dove sei rimasto nei nostri cuori. Nessuno muore… Anche se breve è stato un bel viaggio. A presto Babbo”.
La messa di riuscita ci sarà sabato prossimo alle 17.