Avezzano. Poteva salvarsi Marco Di Nicola, 51 anni, di Antrosano, originario di Avezzano, dipendente di Telesapzio morto in un canale nel Fucino, nel Comune di Ortucchio a pochi passi da Telespazio, dove stava andando al lavoro. Se non fosse finito nel canale avrebbe riportato lesioni non gravi. Invece la causa della morte è stata dovuta ad annegamento. E’ questo ciò che emergerebbe, secondo indiscrezioni non ancora ufficiali, dall’autopsia eseguita dall’anatomopatologo Cristian D’Ovidio. Questa situazione crea ancora più dolore per l’accaduto. Un dolore emerso nel corso dei funerali che si sono tenuti ieri in una affollatissima chiesa dello Spirito Santo. Il parroco, don Antonio Salone, lo ha descritto come padre modello e lavoratore instancabile. Ma anche i colleghi, che si sono stretti attorno alla moglie Assunta Di Mattia, dipendente dell’ospedale di Avezzano, e alle due figlie, Laura e Agnese. lo hanno voluto ricordare al termine della liturgia funebre come una persona sincera e legata alla famiglia. L’auto di Di Nicola è finito nel canale del Fucino affondando nell’acqua melmosa. Non ci sono infatti guardrail. A quel punto sarebbe avvenuto il decesso per annegamento.
(Foto Antonio Oddi)
Lettera di un collega
Sono un dipendente della società Telespazio che da circa 30 anni percorre giornalmente le strade del Fucino, in auto ed in autobus, d‘estate e d‘inverno, ormai sono ben consapevole dei rischi che si corrono percorrendo queste strade, nonostante ciò ogni volta che esco di casa la preoccupazione di non poter rivedere i miei cari mi assale, soprattutto quando affacciandomi la mattina alla finestra vedo che sta nevicando, si .. la neve …che da bambini ci rendeva felici adesso ci fa paura ..perché conscio di quello che mi aspetta per recarmi sul luogo di lavoro mi incute timore ,stessa sensazione che assale anche tutti i miei colleghi e persone che normalmente percorrono queste strade per motivi diversi Ma vengo al dunque, esco adesso dalla camera mortuaria dell’ospedale civile di Avezzano con gli occhi pieni di lacrime dopo aver pianto la morte del collega e amico Marco Di Nicola , morto a causa di un guard-rail non messo lungo la strada denominata Cintarella, strada che può tranquillamente essere rinominata strada della morte si .. strada della morte visto le numerose tragedie che si sono consumate negli ultimi anni, due anni fa la morte di un altro collega, Alessandro Giancarli morto a distanza di 200 metri da dove si e consumata l’ultima tragedia, un ragazzo di 23 anni …l‘età di mio figlio, genitori mogli figli fratelli amici e colleghi che continuano a piangere a causa di tragedie evitabili Scrivo così, a caldo, per esprimere la mia sofferenza e quella di tutti imiei colleghi ,ma anche per esprimere tutta la mia indignazione verso tutti coloro che avrebbero potuto fare qualcosa e non hanno fatto nulla… nulla.. nulla per evitare che oggi altri familiari piangano la morte dei loro cari, verso tutti gli amministratori comunali, provinciali e regionali , come qualcuno che ieri si é espresso così ” la messa in sicurezza della Cintarella è di gestione comunale “e no …non è possibile lavarsene le mani occupando posti di elevata responsabilità, purtroppo con le vostre azioni voi tutti decidete della nostra vita o della nostra morte Purtroppo dalla morte del collega Alessandro sono passati 2 anni, e come spesso accade dopo qualche tempo tutto passa nel dimenticatoio, più forte rimane il dolore dei famigliari, rimane la speranza che qualcuno a più alti livelli si stia occupando del problema, ma spesso cosi non é, vi posso assicurare pero che questa volta non sarà così, questa volta vi assilleremo, giorno dopo giorno fin quando qualcuno di Voi non porterà risultati concreti. Conscio che tutto ciò non riporterà purtroppo in vita i nostri amici porgo cordiali saluti.
Salvati Proietti Maurizio