Magliano. Entra nella sala consiliare con 20 minuti di ritardo e viene accolto da un lungo applauso. Con una visibile commozione il sindaco Gianfranco Iacoboni è tornato a sedere sullo scranno comunale dal quale era stato temporaneamente allontanato perché arrestato insieme all’assessore Angelo Iacomini nell’ambito dell’inchiesta Penelope. La sospensione dall’attività il 13 marzo è stata revocata e poi annullata il 15 permettendo di fatto ai due amministratori di tornare al lavoro in Comune. “Grazie per il benvenuto che mi avete riservato”, ha spiegato il sindaco tenendosi il petto con il palmo, “e con il cuore in mano, come quando si ascolta l’inno d’Italia, voglio ringraziare tutti per l’affetto che mi avete dimostrato contro un provvedimento ingiusto e subito annullato dal tribunale del riesame. Siamo stati arrestati ingiustamente”, ha dichiarato davanti alla sala gremita, “e provo sdegno, rabbia e sgomento per la superficialità con cui si mettono agli arresti domiciliare due amministratori. Quel provvedimento ha offuscato la mia integrità ottenuta in 40 anni. Il processo mediatico è stato però più atroce di quello giudiziario. Quello che si leggeva sui giornali e si vedeva in televisione mi faceva soffrire. Il mio pensiero è andato subito ai miei due figli”, ha continuato il sindaco con la voce rotta dall’emozione e a tratti interrotto dagli applausi scroscianti, “ma loro mi hanno chiamato subito e mi hanno detto “abbiamo fiducia in te”. Immaginate quando l’amico Angelo Iacomini è uscito di casa alle 6 di mattina accompagnato dai carabinieri.Non si possono cancellare quei fotogrammi o quell’inchiostro usato per prendere le impronte digitali. Non sono riuscito a capire ancora cosa abbiamo fatto, quello che più mi dispiace è che con il nostro nome è stato infangato e anche il nome della città di Magliano”. Il primo cittadino ha poi letto i capi d’imputazione che sta distribuendo a tutti per far conoscere i fatti ai suoi concittadini. “Siamo stati arrestati perchè in una telefonata un geometra diceva che la delibera era illegittima”, ha precisato il sindaco, “e in cambio di questa delibera avremmo ottenuto un posto di lavoro per un padre di lavoro disoccupato e un contributo per la squadra di calcio. Per una delibera che ritengono illegittima, senza però avere le carte in mano, ci hanno fatto soffrire, ci hanno macchiato la dignità. Ringrazio la mia famiglia, il consiglio comunale, i dipendenti e i cittadini che mi hanno mandato messaggi di solidarietà attraverso gli avvocati. Sono stato sospeso anche dalla banca dove lavoro, ma domani mattina riprenderò a lavorare. Non posso in questa disgrazia ringraziare quel numero di persone che hanno brindato alla notizia, ma a loro non auguro di passare quello che ho passato io in questi 15 giorni nè chi ha detto adesso i cittadini sanno chi hanno votato. Ebbene oggi posso dire che i cittadini lo sapevano bene e per questo hanno riconfermato la loro fiducia nei nostri confronti con gesti di solidarietà. Voi ci avete votato e voi non avete mai avuto dubbi sulla nostra onestà”. Un fragoroso appluso ha accompagnato la fine dell’intervento del sindaco al quale è seguito quello dell’assessore. “La scena dei miei figli accovacciati alle scalette della mia camera mentre i carabinieri ci portavano via è una scena che non auguro di vivere a nessuno”, ha sottolineato l’assessore Iacomini, “la delibera contestata è stata votata nel 3 marzo 2010 da una giunta comunale ma non perchè c’era la campagna elettorale. La relazione del geometra Moscardelli che è citata nella delibera non viene acquisita da chi fa le indagini, ma l’abbiamo dovuta portare noi dopo l’arresto. La cosa clamorosa è che questa relazione era stata visionata dal Noe (nucleo operativo ecologico, ndr). Peccato che gli elaborati tecnici non erano stati acquisiti. La motivazione ve la leggo testuale, è simpatica. Così capiamo tutti di chi stiamo parlando. …non vengono acquisite in copia data la momentanea impossibilità di procedere in copia del formato originale. Io, uno dei motivi per cui sono stato messo ai domiciliari è perché qualcuno è venuto a prendersi 7 documenti. Il documento che forse gli sarebbe servito non lo prendono perché non si possono fare le fotocopie”. Questo documento era importante perché “faceva capire come abbiamo agito”, ha continuato l’assessore mostrando anche la planimetria delle particelle contestate dai giudici, “basta leggere quell’ordinanza per capire che non può essere quello il motivo per arrestare due persone”.
Magliano. Entra nella sala consiliare con 20 minuti di ritardo e viene accolto da un lungo applauso. Con una visibile commozione il sindaco Gianfranco Iacoboni è tornato a sedere sullo scranno comunale dal quale era stato temporaneamente allontanato perché arrestato insieme all’assessore Angelo Iacomini nell’ambito dell’inchiesta Penelope. La sospensione dall’attività il 13 marzo è stata revocata e poi annullata il 15 permettendo di fatto ai due amministratori di tornare al lavoro in Comune. “Grazie per il benvenuto che mi avete riservato”, ha spiegato il sindaco tenendosi il petto con il palmo, “e con il cuore in mano, come quando si ascolta l’inno d’Italia, voglio ringraziare tutti per l’affetto che mi avete dimostrato contro un provvedimento ingiusto e subito annullato dal tribunale del riesame. Siamo stati arrestati ingiustamente”, ha dichiarato davanti alla sala gremita, “e provo sdegno, rabbia e sgomento per la superficialità con cui si mettono agli arresti domiciliare due amministratori. Quel provvedimento ha offuscato la mia integrità ottenuta in 40 anni. Il processo mediatico è stato però più atroce di quello giudiziario. Quello che si leggeva sui giornali e si vedeva in televisione mi faceva soffrire. Il mio pensiero è andato subito ai miei due figli”, ha continuato il sindaco con la voce rotta dall’emozione e a tratti interrotto dagli applausi scroscianti, “ma loro mi hanno chiamato subito e mi hanno detto “abbiamo fiducia in te”. Immaginate quando l’amico Angelo Iacomini è uscito di casa alle 6 di mattina accompagnato dai carabinieri.Non si possono cancellare quei fotogrammi o quell’inchiostro usato per prendere le impronte digitali. Non sono riuscito a capire ancora cosa abbiamo fatto, quello che più mi dispiace è che con il nostro nome è stato infangato e anche il nome della città di Magliano”. Il primo cittadino ha poi letto i capi d’imputazione che sta distribuendo a tutti per far conoscere i fatti ai suoi concittadini. “Siamo stati arrestati perchè in una telefonata un geometra diceva che la delibera era illegittima”, ha precisato il sindaco, “e in cambio di questa delibera avremmo ottenuto un posto di lavoro per un padre di lavoro disoccupato e un contributo per la squadra di calcio. Per una delibera che ritengono illegittima, senza però avere le carte in mano, ci hanno fatto soffrire, ci hanno macchiato la dignità. Ringrazio la mia famiglia, il consiglio comunale, i dipendenti e i cittadini che mi hanno mandato messaggi di solidarietà attraverso gli avvocati. Sono stato sospeso anche dalla banca dove lavoro, ma domani mattina riprenderò a lavorare. Non posso in questa disgrazia ringraziare quel numero di persone che hanno brindato alla notizia, ma a loro non auguro di passare quello che ho passato io in questi 15 giorni nè chi ha detto adesso i cittadini sanno chi hanno votato. Ebbene oggi posso dire che i cittadini lo sapevano bene e per questo hanno riconfermato la loro fiducia nei nostri confronti con gesti di solidarietà. Voi ci avete votato e voi non avete mai avuto dubbi sulla nostra onestà”. Un fragoroso appluso ha accompagnato la fine dell’intervento del sindaco al quale è seguito quello dell’assessore. “La scena dei miei figli accovacciati alle scalette della mia camera mentre i carabinieri ci portavano via è una scena che non auguro di vivere a nessuno”, ha sottolineato l’assessore Iacomini, “la delibera contestata è stata votata nel 3 marzo 2010 da una giunta comunale ma non perchè c’era la campagna elettorale. La relazione del geometra Moscardelli che è citata nella delibera non viene acquisita da chi fa le indagini, ma l’abbiamo dovuta portare noi dopo l’arresto. La cosa clamorosa è che questa relazione era stata visionata dal Noe (nucleo operativo ecologico, ndr). Peccato che gli elaborati tecnici non erano stati acquisiti. La motivazione ve la leggo testuale, è simpatica. Così capiamo tutti di chi stiamo parlando. …non vengono acquisite in copia data la momentanea impossibilità di procedere in copia del formato originale. Io, uno dei motivi per cui sono stato messo ai domiciliari è perché qualcuno è venuto a prendersi 7 documenti. Il documento che forse gli sarebbe servito non lo prendono perché non si possono fare le fotocopie”. Questo documento era importante perché “faceva capire come abbiamo agito”, ha continuato l’assessore mostrando anche la planimetria delle particelle contestate dai giudici, “basta leggere quell’ordinanza per capire che non può essere quello il motivo per arrestare due persone”.