Avezzano La procura di Avezzano ha archiviato il caso sulla morte di Alberto Valentini, 41enne di Tagliacozzo, sportivo e senza patologie pregresse. La causa è stata un’embolia polmonare massiva che ha provocato un arresto cardiorespiratorio. Una situazione clinica provocata dal virus del covid 19. È quanto emerge dalla relazione del consulente tecnico incaricato dal pubblico ministero di Avezzano riguardo al caso della morte sospetta del giovane marsicano che ha perso la vita il 16 aprile, a pochi giorni dalla morte del padre Giovanni, di 73 anni, il gigante buono di Tagliacozzo.
Contagiati entrambi dal coronavirus, la loro scomparsa commosse profondamente la comunità di Tagliacozzo e la Marsica tutta. I due ambulanti vivevano da soli, la madre del giovane era morta diversi anni prima. La storia di questa famiglia sterminata dal coronavirus nel giro di poche ore colpì l’opinione pubblica.
Il decesso del 41enne, uno sportivo, sempre in buona salute, senza patologie pregresse, aveva spinto i familiari a rivolgersi agli avvocati Luca e Pasquale Motta chiedendo di conoscere la verità e capire se la sua morte poteva essere evitata. Infatti Alberto Valentini aveva parlato al telefono e mandato messaggi agli amici fino a due ore prima del decesso.
La Procura di Avezzano aveva aperto un fascicolo ipotizzando il reato di omicidio colposo, ma alla luce la relazione del Ctu, Simona Ricci, l’inchiesta è stata archiviata.
La relazione medicolegale ricostruisce le fasi che portare in pochi giorni alla morte del 41enne. era stato ricoverato tramite il 118 all’ospedale di Avezzano dopo un quadro febbrile e una problematica respiratoria evidente.
Il ricovero aveva permesso di eseguire subito gli accertamenti ed era stata diagnosticata, con una Tac, una polmonite interstiziale bilaterale che veniva gestita con una terapia antibiotica cortisonica e antinfiammatoria oltre che con un anticoagulante. Nonostante ciò era subentrata una trombosi a una gamba il 10 aprile. Una trombosi che, secondo quanto si legge nella relazione tecnica, “nonostante la terapia non era regredita, portando il paziente, dopo 6 giorni, alla morte per la formazione di un’embolia polmonare”.
Le cause della morte, secondo la relazione, sono compatibili “con una insufficienza respiratoria acuta da embolia polmonare, trombosi venosa profonda a una gamba, complicanze di un quadro da infezione da SarsCov2, dopo una polmonite bilaterale”. In sostanza, secondo il ctu, “le cause della morte sono conseguenza diretta dell’infezione da SarsCov2”. Secondo la relazione quindi da parte dei sanitari intervenuti “non si ravvisano elementi di colpa professionale, avendo adottato gli stessi in tutti i momenti della malattia i protocolli e le linee guida in quel momento noti”. Per questi motivi la procura ha deciso che il caso venisse archiviato. “Sarebbe una buona idea”, ha sottolineato l’avvocato Luca Motta, “dedicare una stele, una strada o una targa alle vittime tagliacozzane del covid19”.
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