Come si comunicava quando non c’erano i telefonini? Come si riusciva a sapere velocemente se stava arrivando un pericolo, come si controllava il territorio e come si creava una rete tra paesi? Era il Medioevo e le torri avevano anche queste funzioni. E le aveva anche la Torre Medicea di Santo Stefano di Sessanio, caduta la notte del terremoto dell’Aquila del 2009 e tornata al vecchio splendore lo scorso autunno, dopo un importante intervento di restauro.
È stato un incontro ricco di spunti quello organizzato a Santo Stefano di Sessanio dal maestro orafo Giuliano Montaldi che ha presentato il nuovo ciondolo che va ad arricchire la collezione I Love Abruzzo che raccoglie i simboli dell’Abruzzo.
Una collezione di ciondoli che racconta la storia di imponenti montagne, di mare azzurro, di tradizioni, folklore, credenze. Che celebra il cibo, i mestieri e le arti e anche i monumenti storici.
Una presentazione che già dalle prime battute si è trasformata in un vero e proprio convegno in cui ognuno ha portato un contributo per “creare rete”, per far sì che quel simbolo, la Torre Medicea, trasformi la sua funzione, diventando un punto che unisce territori che comunicano e che condividono un obiettivo fondamentale: la promozione dell’Abruzzo, ogni giorno più ricco di turisti alla ricerca di esperienze nuove. Di bellezze naturalistiche ma anche di beni culturali, di enogastronomia, di scoperte.
“A fare gli onori di casa”, il sindaco Fabio Santavicca che ha raccontato le fasi della ricostruzione della Torre, simbolo del sua cittadina che ha imparato ad aprire le porte a chiunque porti contributi che possano far scoprire il borgo medievale che si trova in uno degli angoli più affascinanti d’Abruzzo. Tanto che sono già tanti i visitatori arrivati per l’estate.
“Lavoriamo per ‘adeguare’ nuove funzioni alle esigenze di ogni momento storico che i nostri monumenti vivono”, ha spiegato la dottoressa Cristina Collettini, dirigente della sovrintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio d’Abruzzo, “avere cura dei beni culturali è garanzia per un territorio”. È stata proprio la sovrintendente che ha spiegato le funzioni della Torre Medicea nell’Alto Medioevo, regalando efficacemente ai presenti uno spaccato di storia non sempre facilmente fruibile.
“La furia dell’orco quella notte ci ha tolto anche la Torre di Santo Stefano di Sessanio”, ha sottolineato l’onorevole Stefania Pezzopane, scelta dal maestro Montaldi come “madrina” del bracciale I Love Abruzzo, “ricordo ancora l’annuncio dei giornali. Era caduto un simbolo e oggi vederla rinata è un segnale importante di rinascita”. L’onorevole ha poi raccontato di come ogni volta che ha un impegno fuori regione porta con sé il bracciale che racchiude l’Abruzzo e i suoi simboli: “Mi sento più forte portando con me i simboli che raccontano il mio Abruzzo”.
Commovente il contributo di Valeria Gallese, “artigiana della lana”, che ha aperto proprio nel cuore di Santo Stefano la bottega “AquiLana”, anni fa, quando dalla Marsica si è trasferita nell’Aquilano. “Quando sono arrivata la Torre non c’era, era crollata con il terremoto”, ha detto Gallese, anche ambasciatrice nel mondo del Parco Gran Sasso Monti della Laga. “Ci ero salita anni prima ma soffrivo di vertigini e quindi all’epoca non ne avevo davvero apprezzato il valore. Ogni giorno l’ho vista lì, risalire verso il cielo, pezzo dopo pezzo. Fino a quando è tornata quella che era ed è stata riconsegnata alla comunità”.
“Una torre che riesce a fare rete tra Comuni, tra territori”, è la considerazione di Fabrizio D’Alessandro, sindaco di Barisciano, presente all’incontro per testimoniare quanto sia importanza procedere uniti per attirare turismo e quindi economia, fondi, per lavorare a fini comuni. Ed è questo il senso anche del contributo del presidente dell’ordine dei commercialisti ed esperti contabili di Avezzano, Valerio dell’Olio, che ha sottolineato quanto sia essenziale unirsi per accedere a fondi come quelli del Pnrr. “Esco da questo incontro rincuorato”, ha detto dell’Olio, “perché ho percepito le intenzioni di fare rete tra istituzioni. Unico modo oggi per partecipare a bandi importanti che costituiscono davvero una svolta per i nostri borghi, già ricchi di natura e bellezze incontaminate”.
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