Tagliacozzo. Porte chiuse nella Chiesa Madre dei Santi Cosma e Damiano all’arrivo della processione della Vergine Assunta. E’ accaduto questa mattina quando i fedeli, i sacerdoti e le confraternite, che accompagnavano l’antico quadro della Madonna, hanno dovuto fare “dietro front” nel cortile della Chiesa dove, per antica tradizione, l’Immagine avrebbe dovuto sostare fino al termine della messa delle 11.
Madre Donatella Di Marzio, abbadessa dell’attiguo Monastero delle Benedettine, non sarebbe stata avvisata dal parroco, non potendo quindi aprire la porta della Chiesa, affidata alla parrocchia. Questo infatti avrebbe spiegato ad alcuni fedeli che avevano suonato alle porte del monastero chiedendo di aprire la chiesa. Il Parroco, don Bruno Innocenzi, pare stesse celebrando la messa in un’altra Chiesa. Fatto sta che i religiosi presenti hanno deciso di riportare il quadro della Madonna nella Chiesa di San Francesco.
Sconcerto e disorientamento tra i fedeli che hanno giudicato l’accaduto non conforme agli insegnamenti del Vangelo. Sul posto era presente anche il sindaco Vincenzo Giovagnorio, in processione in qualità di fedele, rimasto sul momento colpito dall’atteggiamento della Monaca giudicandola “poco ecclesiale e affatto rispettoso della Regola di San Benedetto che impone specificamente la massima disponibilità nei confronti di chiunque bussi alle porte dei monasteri”.
Sono settecento anni che il sacro rito ha luogo la mattina di ferragosto nella Città di Tagliacozzo; alcuni storici fanno risalire la processione ad un voto di ringraziamento alla Vergine fatto da Carlo d’Angiò dopo la celebre Battaglia, combattuta contro Corradino di Svevia il 23 agosto 1268, nei Campi Palentini.
Nei secoli il corteo ha assunto sempre maggiore importanza con la partecipazione delle Confraternite cittadine del Suffragio, della Santissima Annunziata, di Sant’Antonio Abate e del Santissimo Sacramento che gareggiavano nel portare la sacra Icona.
I fasti dell’antica processione negli ultimi anni sono andati scemando, nonostante una sempre numerosa partecipazione di popolo che comunque testimonia l’attaccamento e il rispetto alla tradizione da parte della città nei confronti del più antico rito religioso.
Anche lo scorso anno il corteo dovette sostare nel cortile della Chiesa Madre e attendere che le monache aprissero la porta della Chiesa. Quest’anno l’Abbadessa ha voluto porre termine a questa “fatica” dichiarando “burocraticamente” la non competenza delle monache ad aprire la porta della Chiesa.