San Benedetto dei Marsi. Negli spettacoli del Colosseo ma anche in altre arene, non finivano solo leoni ma anche orsi, linci, lupi e stambecchi. Venivano dalle Alpi e dagli Appennini. Un destino triste quello che aspettava questi animali strappati al loro ambiente naturale per poi finire in un traffico molto redditizio che interessava tutte le Province dell’Impero Romano, anche le più lontane.
Come simbolo di ferocia spesso veniva utilizzato l’orso, catturato in Abruzzo in intense e terribili battute di caccia, trasportato poi in gabbia, su carri e navi. Quelli che sopravvivevano venivano poi liberati insieme ai cani, davanti ai gladiatori. Famosa fu la strage di circa 400 orsi bruni marsicani liberati nell’area dall’imperatore Caligola. Ma anche quella dei tempi di Traiano che per festeggiare le vittorie nella Dacia fece uccidere 11mila animali selvatici.
È un pezzo della storia d’Abruzzo, della Marsica, del Pnalm. E proprio una parte di questa storia, oggi, trasformandosi in un una forma comunicativa che riesce a coinvolgere soprattutto i giovani, sta per rivivere in alcuni quartieri di San Benedetto dei marsi, dove si punta alla riqualificazione, che diventa anche fonte di attrattiva turistica.
Sono i nuovi murales che stanno prendendo vita in questi giorni a San Benedetto dei Marsi, il comune a guida del sindaco Quirino D’Orazio, che ha promosso l’iniziativa.
“Un’idea concepita al fine di riqualificare un’area del paese, cercando di trovare il giusto compromesso tra due luoghi, Anfiteatro Romano e Stadio Comunale. Collocato in un punto strategico, l’ingresso del paese, i disegni proietteranno indietro nel tempo tutti i passanti ed i visitatori che attraverseranno una strada, destinata oramai a divenire tipica ed originale. È nata così un’opera suggestiva che rappresenta il perfetto connubio tra storicità, innovazione e territorialità. Un intervento reversibile e non invasivo”, racconta Attilio Rossi, presidente del Consiglio comunale di San Benedetto dei Marsi, “il direttore artistico di questo splendido murale è Antonio Palumbo, mentre gli ideatori sono gli artisti Luca Zamoc e Giovanni Anastasia. Persone splendide, umili e disponibili. Una volta esposte le idee progettuali, gli artisti hanno accettato immediatamente questa sfida accattivante, sviluppando in poco tempo la bozza che ha portato alla realizzazione dei graffiti”.
“Dopo numerosi sopralluoghi, i tre hanno raccolto i dettagli storici e culturali della comunità sambenedettese ed hanno creato un’opera straordinaria e personalizzata. Dai motivi ripresi dall’antico portale di Santa Sabina, ai gladiatori, agli animali che contraddistinguono la nostra fauna, fino alle colonne riportate nei disegni dei luoghi storici come la Domus Romana. Un grande grazie va anche al guru dei murales, Enzo Di Natale, il quale ci ha indirizzato verso il mondo dell’arte urbana attraverso qualche prezioso consiglio. L’opera, ormai quasi conclusa, sarà oggetto di un servizio fotografico e videografico, un vero e proprio spot pubblicitario che richiamerà i punti ed i manufatti storici della Città di Marruvium”.
“L’opera si trova a ridosso di un’area frequentata da tanti giovani, quella dello stadio, centro di aggregazione, che dopo la sua riqualificazione, ‘offre il fianco’ anche per trasformarsi in qualcosa di ancora più grande”, conclude l’assossore allo Sport, Antonio Cerasani.
San Benedetto dei Marsi. Negli spettacoli del Colosseo ma anche in altre arene, non finivano solo leoni ma anche orsi, linci, lupi e stambecchi. Venivano dalle Alpi e dagli Appennini. Un destino triste quello che aspettava questi animali strappati al loro ambiente naturale per poi finire in un traffico molto redditizio che interessava tutte le Province dell’Impero Romano, anche le più lontane.
Come simbolo di ferocia spesso veniva utilizzato l’orso, catturato in Abruzzo in intense e terribili battute di caccia, trasportato poi in gabbia, su carri e navi. Quelli che sopravvivevano venivano poi liberati insieme ai cani, davanti ai gladiatori. Famosa fu la strage di circa 400 orsi bruni marsicani liberati nell’area dall’imperatore Caligola. Ma anche quella dei tempi di Traiano che per festeggiare le vittorie nella Dacia fece uccidere 11mila animali selvatici.
È un pezzo della storia d’Abruzzo, della Marsica, del Pnalm. E proprio una parte di questa storia, oggi, trasformandosi in un una forma comunicativa che riesce a coinvolgere soprattutto i giovani, sta per rivivere in alcuni quartieri di San Benedetto dei marsi, dove si punta alla riqualificazione, che diventa anche fonte di attrattiva turistica.
Sono i nuovi murales che stanno prendendo vita in questi giorni a San Benedetto dei Marsi, il comune a guida del sindaco Quirino D’Orazio, che ha promosso l’iniziativa.
“Un’idea concepita al fine di riqualificare un’area del paese, cercando di trovare il giusto compromesso tra due luoghi, Anfiteatro Romano e Stadio Comunale. Collocato in un punto strategico, l’ingresso del paese, i disegni proietteranno indietro nel tempo tutti i passanti ed i visitatori che attraverseranno una strada, destinata oramai a divenire tipica ed originale. È nata così un’opera suggestiva che rappresenta il perfetto connubio tra storicità, innovazione e territorialità. Un intervento reversibile e non invasivo”, racconta Attilio Rossi, presidente del Consiglio comunale di San Benedetto dei Marsi, “il direttore artistico di questo splendido murale è Antonio Palumbo, mentre gli ideatori sono gli artisti Luca Zamoc e Giovanni Anastasia. Persone splendide, umili e disponibili. Una volta esposte le idee progettuali, gli artisti hanno accettato immediatamente questa sfida accattivante, sviluppando in poco tempo la bozza che ha portato alla realizzazione dei graffiti”.
“Dopo numerosi sopralluoghi, i tre hanno raccolto i dettagli storici e culturali della comunità sambenedettese ed hanno creato un’opera straordinaria e personalizzata. Dai motivi ripresi dall’antico portale di Santa Sabina, ai gladiatori, agli animali che contraddistinguono la nostra fauna, fino alle colonne riportate nei disegni dei luoghi storici come la Domus Romana. Un grande grazie va anche al guru dei murales, Enzo Di Natale, il quale ci ha indirizzato verso il mondo dell’arte urbana attraverso qualche prezioso consiglio. L’opera, ormai quasi conclusa, sarà oggetto di un servizio fotografico e videografico, un vero e proprio spot pubblicitario che richiamerà i punti ed i manufatti storici della Città di Marruvium”.
“L’opera si trova a ridosso di un’area frequentata da tanti giovani, quella dello stadio, centro di aggregazione, che dopo la sua riqualificazione, ‘offre il fianco’ anche per trasformarsi in qualcosa di ancora più grande”, conclude l’assossore allo Sport, Antonio Cerasani.
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