Avezzano. Le parole del Ministro della giustizia Paola Severino arrivano come una doccia gelata nella Marsica: il tribunale di Avezzano sarà chiuso. Il Consiglio dei Ministri ha salvato sei tribunali dai tagli decisi nella Spenging Review e ha lasciato aperti quelli impegnati nella lotta alla mafia. Un duro colpo per la Marsica che solo qualche settimana fa aveva tirato un sospiro di sollievo auspicando la sospensione della decisione per tre anni. Oltre al tribunale di Avezzano sarà chiuso anche quello di Sulmona, Lanciano e Vasto. Saranno cosi’ 31 anziche’ 37 i tribunali soppressi, tenendo conto dell’alta concentrazione mafiosa piu’ che delle dimensioni ridotte del territorio. Il Consiglio dei Ministri ha cosi’ accolto le richieste avanzate dal Csm e dalle commissioni giustizia di Camera e Senato confermando comunque la soppressione delle 220 sezioni di tribunale distaccate, cosi’ come previsto in origine. I sei tribunali “salvati” dal Cdm sono quelli di Caltagirone e Sciacca in Sicilia; Castrovillari (cui verra’ accorpato il tribunale di Rossano), Lamezia Terme e Paola in Calabria; infine nel Lazio salvo il tribunale di Cassino, cui verra’ accorpata la sezione distaccata di Gaeta. Ora gli avvocati e i rappresentanti istituzionali dovranno decidere come muoversi. Le reazioni a questa amara notizia non si sono fatte attendere.
“Abbiamo tutti sperato che si potessero tenere in vita i quattro tribunali”, ha commentato Giovanni D’Amico, vice presidente del Consiglio regionale, “l’unico rammarico è che tranne l’ordine degli avvocati di Avezzano si è preferita questa soluzione e non si è neanche tentato di proporre al governo una soluzione consensuale per accorpare i palazzi di giustizia di Avezzano e Sulmona. Questa linea avrebbe trasformato Avezzano nel secondo tribunale d’Abruzzo, una sorta di tribunale di frontiera a confine con l’area napoletana che è da sempre zona a rischio. La soluzione sarebbe stata in linea anche con quanto seguito dalla Severino che ha deciso di salvare i sei tribunali delle zone più a rischio per la malavita. Questa via”, ha concluso D’Amico, “non è stata neanche presa in considerazione, seppur apprezzata e ora resta per me molto rammarico”.